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Comunicati di solidarietà giunti a Graziella PDF
Tuesday 01 July 2008
COMUNICATI DI SOLIDARIETA’
(in aggiornamento)



Graziella Bertozzo fa paura, le sue parole fanno paura, la sua presenza fa paura al comitato Pride che in nome della democrazia chiama le forze dell'ordine a bloccare, malmenare, ammanettare, trascinare via, nel giorno del Pride.
Il comitato ora è tranquillo, la festa può continuare e mentre su un cellulare a sirene spiegate Graziella viene portata in questura, ammanettata e tenuta a TESTA BASSA dalla mano di un  un poliziotto che la spinge per il collo,   dal palco un'esplosione di coriandoli sancisce la pacificazione di una grossa fetta del movimento glbt con la  deriva populista, securitaria che il fascismo e la lega, il vaticano e poteri economici stanno imponendo.
Graziella nel 1995 a Verona dal palco di una manifestazione che denunciava il laboratorio e gli intrecci tra integralisti, fascisti, leghisti, aveva ALZATO LA TESTA contro quella deriva che democraticamente aveva votato nel consiglio comunale di Verona che i gay, le lesbiche e  trans non 'hanno diritto di cittadinanza in una società civile' e che se chiedono diritti 'devono cedere i loro attributi alla chirurgia' ed  'essere curati alla stregua dei tossicodipendenti perchè la loro è una condizione di malattia'.
Quel laboratorio considerato dalla maggioranza del movimento glbt un incidente di percorso, un dettaglio, è oggi prassi in tutta Italia e non solo.
Nel 1995 le Mozioni votate contro gay lesbiche e transessuali aprirono la porta ad una serie di interventi di 'pulizia etnica' votati sempre democraticamente contro Rom, migranti, prostitute, senza casa, centri sociali, e via via in quella logica perversa che oggi arriva ad ammazzare Nicola Tommasoli perchè ha il codino e marca male.
Nelle città sta per arrivare l'esercito, le ronde di fatto sono già tra noi e se questo delirio securitario e questa perdita di libertà oggi sono possibili è perchè nel 1995 molte e molti hanno fatto finta di non vedere e di non capire quanto si stava consumando a Verona.
Oggi le impronte ai bambini Rom sono la terribile conferma che la storia è tornata alle leggi razziali, e questo accade perchè con loro è difficile dire che 'appartengono al genere persone' annullandone la loro identità e storia. Con loro la contraddizione di un potere che vuole cancellarli con la scusa di proteggerli esce tutta.
Contraddizione che su noi potrebbe funzionare meglio dal momento che una parte del movimento la sta assecondando. Ci vogliono normali, incravattati, senza quel fastidioso 'orgoglio', ci vogliono neutri e  neutralizzati senza quelle disturbanti ostentazioni di corpi e di affettuosità, ci vogliono
inquadrati e, vecchia storia, ci vogliono invisibili. Ci chiedono di essere 'persone'.
Passato questo, accettato da parte del movimento la trappola dell'omologazione chi rimane apertamente, politicamente, visibilmente se stess* viene isolato e cacciato.
Se passa questo, come è passato sul palco di Bologna, il movimento è finito, il movimento ha ABBASSATO LA TESTA e facendo arrestare Graziella ha scelto definitivamente da che parte stare.
Siamo con Graziella, con la sua storia di lotte, con la sua capacità di essere lesbica senza compromessi, con il suo coraggio e con la sua idealità che ha saputo infondere per oltre venti anni stimoli di riflessione e strumenti di lettura e di decostruzione di un sistema che ci vuole sudditi
invisibili.
Stiamo con  Graziella che ci ha insegnato ad ALZARE LA TESTA e sentiamo con LEI la rabbia e la tristezza di attraversare un periodo che userà ogni metodo ed ogni alleanza  per farcela abbassare.
Roberto Aere di Alziamo la Testa

Quanto è accaduto a Graziella Bertozzo in occasione del Pride di Bologna lascia senza parole, ma, purtroppo, si inserisce anche troppo bene nella linea repressiva adottata dalle forze dell'ordine nei confronti del movimento glbt e di tutti i movimenti che tentano di difendere i diritti delle persone, le loro possibilità di relazione e le condizioni di civile convivenza in questo Paese. In un clima culturale basato sulla "vittimizzazione del soggetto maggioritario", cioè sull'idea paradossale che le minoranze siano fonte di pericolo per la maggioranza, che da esse si difende aggredendo; di fronte a un governo che su questo assunto della paura delle minoranze sta costruendo una strategia politica di vasto respiro e di grande pericolosità sociale, ricordiamo a tutte e a tutti la necessità di non abbandonare ad altri/e l'iniziativa politica, partecipando al presidio di giovedì 3 luglio da piazza Ghiberti a piazza S. Firenze contro le
Leggi vergogna.
A Graziella, con cui abbiamo condiviso fra l'altro il percorso del Firenze Social Forum, un abbraccio affettuoso dalle compagne e dai compagni  dell'Associazione X una sinistra unita e plurale di Firenze.

LETTERA APERTA AL PREFETTO E AL QUESTORE DI BOLOGNA SUL FERMO DI GRAZIELLA BERTOZZO, LEADER DEL MOVIMENTO 'FACCIAMO BRECCIA'.
Signor Prefetto e Signor Questore di Bologna,
le esprimo a nome della nostra Associazione Certi Diritti tutta la nostra preoccupazione e sconcerto per quanto avvenuto a conclusione del Gay Pride di Bologna all' esponente del movimento  Facciamo Breccia, Graziella Bertozzo, in Piazza VIII Maggio a Bologna, a pochi metri dal palco della manifestazione.
Secondo quanto ricostruito, anche da alcune persone che hanno assistito all'episodio, le modalità del fermo di Gabriella Bertozzo sono state particolarmente cruente e del tutto sproporzionate.
Graziella Bertozzo è nota all'interno del  movimento lgbt come persona appassionata e promotrice di manifestazioni e iniziative ispirate ai valori della nonviolenza e della libertà. Ci pare quanto meno singolare che oltre al fermo di circa tre ore presso la Questura Centrale sia addirittura indagata per "Resistenza a pubblico ufficiale e lesioni finalizzate alla resistenza".
Ci auguriamo che vogliate quanto prima approfondire e valutare quanto avvenuto per comprendere meglio la dinamica dell'accaduto, verificando di persona come si sono realmente svolti i fatti, così come riconosciuto dagli stessi organizzatori del Gay Pride di Bologna negli uffici della Questura Centrale la sera stessa del 28 giugno, accorsi per segnalare che Graziella Bertozzo è una esponente di una delle organizzazioni del movimento lgbt italiano.
Cordiali saluti,
Sergio Rovasio
Segretario Associazione Radicale Certi Diritti
 
Sinistra Critica esprime a Graziella Bertozzo la sua affettuosa solidarietà. In un momento in cui la libera espressione dell'orgoglio di lesbiche, gay e trans viene in modi diversi rimesso in discussione, l'intervento della polizia come regolatore dei conflitti interni al movimento è un'aberrazione, che avrebbe dovuto essere in ogni modo evitata e comunque nei comunicati successivi criticata.
Altre considerazioni passano a questo punto in secondo piano e sui rapporti interni al movimento si potrà utilmente tornare solo quando sarà chiara e condivisa l'idea che non spetta a istituzioni repressive e fortemente eterosessiste, come le cosiddette forze dell'ordine, decidere e con i mezzi che è possibile immaginare.

In difesa della Bertozzo anche il Prc-Se di Bologna: "Proviamo sconcerto per le modalità con cui è intervenuta la Digos mentre Graziella stava partecipando ad una azione pacifica", si legge in una nota. "Riteniamo - prosegue - che questo episodio repressivo non abbia senso e ci auguriamo che la questione si chiuda al più presto, nelle sedi preposte, senza conseguenze giudiziarie per Graziella".
dal comunicato ANSA

Care tutte,
inoltriamo il comunicato di Facciamo Breccia.
Esprimiamo sdegno e preoccupazione per questo gravissimo episodio avvenuto al Bologna Pride.
Tutta la nostra solidarietà a Graziella.
Coordinamento Lesbiche Romane

Il circolo UAAR di Roma esprime tutta la propria solidarietà verso Graziella.
E' davvero allucinante che si sia dovuto assistere ad un'azione così  sconsiderata e immotivata da parte delle forze dell'ordine.

I fatti accaduti durante il Pride di Bologna a Graziella Bertozzo, esponente di "Facciamo Breccia" e figura storica del movimento glbt italiano ci consegnano un paese dove i diritti più elementari vengono calpestati, l'omofobia ed il razzismo stanno dilagando e l'ossessione securitaria dà luogo a repressioni violente da parte delle forze dell'ordine.
Com'è possibile che in uno stato di diritto, a conclusione di un grande e pacifico corteo che rivendicava diritti e cittadinanza per tutte/i, senza alcun motivo se non quello intimidatorio per il suo impegno militante, una manifestante venga aggredita, ammanettata e portata in questura per uscirne tre ore dopo con un'accusa di "resistenza e lesioni"?
Unaltracittà/Unaltromondo esprime solidarietà a Graziella e a tutto il coordinamento  "Facciamo Breccia" ed invita tutte le realtà, associazioni, comitati e partiti, che dichiarano di impegnarsi sul terreno della democrazia, a prendere una posizione netta in difesa dei diritti di tutti/e e a coordinare azioni concrete per salvare il Paese dalla deriva fascista, xenofoba ed omofoba nella quale è precipitato dopo le ultime elezioni.
Unaltracittà/Unaltromondo  - Firenze

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Graziella e le siamo vicine.
Circolo lesbico Drasticamente - Padova

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Graziella, nostra compagna di strada e di lotta da anni, e restiamo totalmente sbigottit* dal comportamento assurdo e violento delle forze dell'ordine di Bologna.
Abbiamo sempre condiviso e praticato le battaglie per i diritti della comunità glbt, e staremo sempre al fianco di chi continua a fare azioni come quelle che sono state portate avanti a Roma e Bologna.
Stringiamo forte forte Graziella,
Rifondazione Comunista
Giovani Comunist*
Firenze


A nome di tutto il gruppo Soggettività Lesbica e di tutta la Libera Università delle Donne esprimiamo tutta l'indignazione per quanto accaduto a Graziella Bertozzo alla quale ti prego di portare la nostra solidarietà. E' anche assurdo che sia potuto capitare un fatto del genere senza che gli organizzatori siano intervenuti. Per qualsiasi forma di sostegno, protesta  ecc noi ci saremo!
Anita Sonego. Soggettività Lesbica, Milano

SOLIDARIETA’ ALLA COMPAGNA GRAZIELLA BERTOZZO
Quello che è avvenuto ieri, 28 giugno 2008, al Bologna Pride è di una gravità senza precedenti. Mai si era vista la polizia a presidiare il palco di un Pride, mai la polizia che faceva il servizio per l'ordine sotto e sopra il palco. Non solo un bruttissimo vedere, questi fatti ci fanno capire
come i tempi siano cambiati anche per quella parte del movimento per i diritti, quello GLBT, che ora delega alla polizia la questione sicurezza. Di che cosa avessero paura gli organizzatori lo si è capito dopo.
Graziella Bertozzo, storica figura del movimento, è stata ammanettata e trascinata in questura solo perché voleva salire su quel palco, come altri attivisti di Facciamo breccia, per sorreggere uno  striscione. L'organizzazione del Pride non ha trovato nulla di meglio da fare che chiamare la polizia e far passare Graziella come un problema di ordine pubblico. La cosa gravissima è che le forze
dell'ordine non sono intervenute di loro iniziativa ma chiamate da una addetta al palco del Bologna Pride.
Il circolo Pink di Verona ha condiviso tante battaglie con Graziella e tante altre ne porterà avanti, a lei esprimiamo tutta la nostra solidarietà e chiediamo al Comitato Pride di Bologna di adoperarsi in ogni modo affinché le denunce che Graziella ha preso siano ritirate immediatamente. Chiediamo  ad Aurelio Mancuso, presidente Nazionale di Arcigay, di assumersi la piena responsabilità di quanto è successo e di fare una seria riflessione su come è stata gestita la "sicurezza" di quel palco. Mai si era vista in una manifestazione la polizia che girava tranquillamente fra i partecipanti.
Il circolo Pink di Verona

Abbiamo partecipato come Comitato Gay e Lesbiche Prato al Bologna Pride assieme agli amici ed alle amiche di FACCIAMO BRECCIA, portando testardamente i contenuti politici di PARITA' DIGNITA' LAICITA', di AUTODETERMINAZIONE, DI ANTIFASCISMO ed OPPOSIZIONE A QUALSIASI "ITALO" (fascista gay che ama un camerata ma picchia i froci, all'inizio fra i puraido, le figure-icone di gay lesbiche bisessuali e trans, che dovevano rappresentare il pride bolognese), collaborando all'azione pacifica e simbolica di riappropriazione della sede storica del Cassero, condividendo questo percorso con le donne e gli uomini di FACCIAMO BRECCIA, ed ovviamente con Graziella!!!!!
Stasera discuteremo in una riunione di Direttivo Allargato del Comitato Gay e Lesbiche Prato sull'accaduto, valuteremo cosa poter e dover fare,
Intanto un abbraccio forte a Graziella da parte di tutte e tutti.
Comitato Gay e Lesbiche Prato

Stiamo facendo girare il Comunicato di Facciamo Breccia sui fatti avvenuti al Pride di Bologna e lo abbiamo pubblicato sul nostro sito.
Esprimiamo la nostra solidarietà a Graziella.
Un abbraccio
Antonella
Associazione Desiderande – Bari


Totale solidarietà a Graziella da parte mia e del Movimento Omosessuale Sardo. Con Graziella avevamo deciso di salire sul palco per dare sostegno all´intervento di Porpora. Ho assistito, e in parte subito, la violenza delle "volontarie" dello staff del Pride, che avevo precedentemente informato su chi fossimo. Per loro noi eravamo non dei militanti che da venti anni stanno sulla piazza e in posti molto più pericolosi e violenti di Bologna, ma dei semplici rompicoglioni, come poi una volontaria ha apostrofato tutti i sardi presenti ("ma che cazzo vogliono questi sardi, sempre a rompere i coglioni"). Invece di chiamare gli organizzatori per risolvere il disguido politico le "volontarie" (che nulla hanno da invidiare ai picchiatori di Forza Nuova), dopo aver sbattuto in terra e poi contro un camion Graziella, hanno subito chiamato la polizia. Un dirigente della mobile in borghese, senza qualificarsi, é passato subito alle maniere spicce e accusando Graziella di "avergli rotto un ginocchio" l’ha fatta assalire da 4 poliziotti (quattro) che l’hanno sbattuta a terra e con violenza le hanno messo le manette dietro la schiena. Il dirigente si é poi messo A CORRERE per portare Graziella sulla camionetta. Forse di rotto aveva solo le palle per essere in mezzo a tanti froci, come ha detto, nella contentezza delle "volontarie". Complimenti!! Sono sicuro che la dirigenza di Arcigay e Arcilesbica vorranno prendere le distanze da tali atteggiamenti autoritari e violenti delle loro "volontarie" e che non si rendano complici di questa deriva securitaria che miete vittime anche all’interno del movimento omosessuale e sopratutto che vogliano invitare la polizia a ritirare la denuncia contro Graziella, a cui le lesbiche e i gay italiani devono non solo rispetto ma anche gratitudine e riconoscenza. Il Pride è una festa ma anche uno spazio di libertà e liberazione. I metodi da security di Alleanza Nazionale non ci appartengono e spero di non dover più assistere a scene così allucinanti da farmi/ci vergognare di appartenere ad un movimento che risolve i contrasti politici con la violenza e con la polizia. Se questa presa di distanza da parte dei vertici di arcigay e Arcilesbica e dell’organizzazione del Pride non ci sarà, si aprirà un periodo buio all’interno del movimento, con conseguenze devastanti per tutte e tutti noi.
Massimo Mele
Presidente Movimento Omosessuale Sardo
 

A Graziella tutta LA NOSTRA SOLIDARIETA'.
COBAS Scuola di Firenze
(Alidina, Carla, Mariolina, Paola, Silvana, Sonia, Teresita, Francesco e Michele)

Massima solidarietà a Graziella, a Facciamo Breccia e a tutte/i voi, abbracci,
Piero Bernocchi  Confederazione Cobas

Il CDCP Onlus ritiene che quello che è successo a Graziella Bertozzo sia una ignobile aggressione.
Non si è mai visto che un servizio d'ordine facesse intervenire la polizia contro una rappresentante dei movimenti. Contro chi e contro cosa stavamo lottando sabato in centinaia di migliaia al Pride?
Sono convinta che i responsabili debbano dare dei chiarimenti.
E per responsabili non intendo chi ha fatto il lavoro di bassa (e evidentemente anche stupida) manovalanza, bensì chi ha la responsabilità politica delle scelte di gestione del Pride.
Cara Graziella siamo tutte/i con te! chiediamo un confronto con i responsabili!!!
Pia Covre
Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute Onlus Italia


Esprimiamo tutta la nostra solidarietà all'amica e compagna Graziella e le siamo vicine con affetto per qualsiasi cosa
Ieri sera riflettendo con le compagne ci si diceva che i moti di Stonewall erano contro la polizia persecutrice e violenta.
ORA?
Le Fuoricampo

cara Graziella
la solidarietà e vicinanza mia, di renato e di tutto il collettivo antagonismogay di bologna. siamo assieme a te in lotta contro il sopruso, la violenza cieca e la defragrante incapacità politica di chi ha indebitamente occupato in questi anni uno spazio 'politico' del quale - lo sapevamo da un pezzo - non ha alcun merito, eticamente parlando.
Lo sciacallaggio di queste ore ci nausea e spaventa, ma quando i miasmi del mostro saranno assorbiti dalla sua stessa (prossima e inevitabile) implosione noi saremo su una sponda solida insieme a tutte le lesbiche, gay, trans queer ecc che sceglieranno la liberazione sull'oppressione, l'orgoglio sull'umiliazione. E sono tante e sono anche nelle associazioni maggioritarie, naturalmente.
Nella piazza del pride, composta di soggettività diverse e associazioni gruppi di estrazione distinta , la vista dello striscione "28 giugno 2008: indietro non si torna" e l'apprendere del tuo fermo immotivato hanno avuto un riscontro comune e diffuso, perchè entrambe le cose coinvolgevano tutte/i/*, sono parte del dna di un movimento. Il resto sono veleni, riversati ad arte per consumare su te e su di noi un ennesimo scambio politico - destinato però a non passare. Stiamo vicine/i
Marco Geremia per Antagonismogay di Bologna

Anche il Circolo "Gramsci" PRC-Rifredi esprime solidarietà a Graziella, compagna generosa, leale, appassionata, con la volontà di rispondere all'invito di Ornella De Zordo, di altri e altre che su questa lista chiamano a prendere posizione in difesa dei diritti di tutti e tutte contro la deriva fascista, xenofoba ed omofoba.
Vogliamo ripetere: ora e sempre Resistenza.
Alessandro, Alidina, Beatrice, Corrado, Enrica, Fiammetta, Giovanna, Leonardo, Lucia, Maria Laura, Romeno.

Riportiamo qui di seguito il comunicato di Facciamo Breccia per quanto accaduto alla nostra compagna Graziella Bertozzo.
Crediamo che in un momento siffatto sia preferibile che il movimento GLBT sia unito, per questa ragione non riusciamo a capacitarci della segnalazione da parte di una volontaria del Pride Nazionale all'agente in borghese che ha arrestato Graziella.
Nella viva speranza che tali atteggiamenti non si ripetano e siano il frutto di un clamoroso malintesto, il centro Open Mind GLBT esprime tutta la propria solidarietà all'amica e compagna Graziella.
Open Mind di Catania

A Graziella la solidarietà della Federazione provinciale del Pdci di Mantova.
La lotta per i diritti, la democrazia, contro le politiche e la cultura della "sicurezza" e dell'omologazione che sta attraversando anche parti dei movimenti progressisti, per una nuova coscienza e la cultura delle differenze anche scomode.
Federazione provinciale Partito dei Comunisti Italiani – Mantova

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà nei confronti di Graziella, ma anche il nostro sdegno nei confronti di chi si fa "proteggere" dalla polizia, che non vede l'ora di reprimere una lesbica forte come lei.
Il comitato organizzatore non solo deve spendersi affinché la questione giudiziaria si chiuda immediatamente, ma deve anche cessare certe pratiche di distinzione tra "buoni" e "cattivi", che mettono a rischio le vite o la fedina penale di altri glbt. E a questo punto ci viene da pensare a quello che è stato stonewall e quello che è diventato....
amazora di lesbiche e femministe

Esprimiamo tutto il nostro sconcerto per i fatti accaduti sabato 28 giugno al Bologna Pride a Graziella Bertozzo, dei quali rende conto il comunicato di Facciamo Breccia qui di seguito.
Ma esprimiamo anzitutto la nostra solidarietà a Graziella, amica di molte e molti fra noi, attivista da anni di Azione gay e lesbica, all'interno della quale ha sempre lavorato per i diritti di lesbiche e gay, per la nostra qualità della vita e dignità e in particolare alla realizzazione di progetti contro la violenza, la discriminazione e l'omofobia.
E' inaccettabile che l'espressione di dissenso portata da lei e da Facciamo Breccia al pride di Bologna sia stata "gestita" dalla polizia (dei cui metodi stigmatizziamo la brutalità) e pertanto anche noi invitiamo tutte e tutti a chiedere che non vengano comminate denunce dovute per quello che lo stesso comitato organizzatore del pride ha definito sul palco un "malinteso".
Azione Gay e Lesbica Firenze

Sconcertate da quanto accaduto a discapito della compagna Graziella Bertozzo, le Associazioni di volontariato Libellula di Roma e Napoli esprimono la propria solidarietà.
La persecuzione ai danni delle persone che rappresentiamo sta divenendo una triste consuetudine quotidiana, alla quale non potremo mai abituarci e contro la quale è doveroso esprimere la propria opposizione forte, al di là di qualunque sospetto di stumentalizzazioni.
Il nuovo corso dell'ordine pubblico a livello nazionale e nella Capitale, con l'aumento indisciminato della violenza, anche di Stato, verso tutti i cosiddetti diversi, impone la massima coesione tra le forze di lotta politica e sociale, impone denunce costanti, con tutti i mezzi disponibili, degli abusi perpetrati, impone uno sforzo ancora maggiore di tutela verso i più deboli da parte innanzitutto di chi, come noi, fa della tutela, dell'accoglienza, della rappresentanza il proprio compito istituzionale.
Auspichiamo pertanto la massima diffusione di informazioni ed iniziative volte a contrastare il clima da camice nere che inesorabilmente si fa strada nel Paese.
Il Direttivo di Libellula

Esprimiamo a Graziella affetto e solidarietà femminista per ciò che è accaduto in occasione del pride di Bologna.
Sappiamo bene che quando una donna subisce un sopruso familiare, lavorativo o istituzionale immancabilmente spunta qualcuno pronto a raddoppiare l’offesa con l'insulto.
A Graziella va tutto il nostro sostegno per la repressione, la violenza e l’infamia subite.
PER OGNI DONNA INSULTATA  E OFFESA SIAMO TUTTE PARTE LESA.
Collettivo femminista Maistatezitte

Con determinata frociaggine e indignazione condanniamo l'ennesimo atto repressivo della polizia, nei confronti di chi quotidianamente lotta per i diritti di lesbiche,gay,trans e sex workers, che ogni giorno rivendica la piena cittadinanza di tutte e tutti, che si batte per uno stato non più servo di preti, cardinali e papi.
Siamo veramente stupefatte/i della scelta del comitato del bologna pride 2008 di far intervenire la polizia per mantenere la sicurezza, per proteggere null'altro che l'immenso capitale di discoteche, darkroom, saune e ghetti.
Siamo vicine/i a graziella ed ai/alle compagni/e che si sono ripresi/e per un momento il palco per rivendicare la storia del movimento l.g.b.t.q. italiano, ricordandoci che un gaio mondo èpossibile!!!!
suigeneris collettivo
trans,lesbo,gay,bisex,intersex,queer


A livello personale esprimo la  mia più profonda e sentita solidarietà a Graziella per quanto accadutole. Ho conosciuto graziella fin dal social forum di Firenze, ciò che mi permette di avere certezza che il suo comportamento è garante di una sua integrità priva di qualunque forma di violenza.
Quanto accaduto per l’ennesima volta dimostra che è chi subisce violenza e prepotenza che viene poi accusato falsamente di resistenza a pubblico ufficiale e addirittura di violenza. In piccolo si ripete Bolzaneto.
Come gruppo consiliare di Rifondazione Comunista in regione Toscana esprimo solidarietà e grande preoccupazione. Si stanno nuovamente restringendo pericolosamente gli spazi di libertà di cittadini e cittadine. E’ proprio la libertà in questione, criminalizzando le persone. Il volto della destra: nel mentre di fatto si arriva all’ingiudicabilità” per chi è sotto processo per reati sotto i dieci anni (e li chiamano pene leggere!) manifestare diventa proibito.
Tempi duri nel quale sarà sempre più necessario garantire una forte solidarietà sociale a tutte le compagne e compagni che rischieranno di essere  intrappolati nella morsa della repressione.
Monica Sgherri

Carissime e carissimi
Ho tanta voglia di scrivere! Ho proprio voglia di scrivere e senza farmi troppe seghe mentali ho acceso il computer e comincio perché così scrivo di pancia e non di testa…del resto il mio stile è questo! Non vengo da una scuola di partito ma dalla scuola favolosa della vita, da quella che, attraverso percorsi o “transiti” difficili e faticosi, mi ha portato qui dove sono adesso a scrivervi, dove ero sabato 28 Giugno 2008 su un palco del “Nostro Orgoglio”: del mio, del vostro, degli organizzatori, delle tante e tanti che favolosamente gioivano per le strade di Bologna! Tante e tanti che sono fuori dalle contorsioni che ci affliggono, che affliggono di calcoli, di strategie,  di piani, di chiacchiere questa nostra triste realtà italiana, quella realtà sempre più lontana dai miei/nostri sogni, da quell’idea di mondo in cui io contino a credere.
Ero lì, che ci crediate o no, a dirlo “favolosamente” senza nessun calcolo e senza nessuna strategia se non quella di festeggiare al meglio il nostro Pride (il nostro, non il mio o quello del MIT o di Arcigay o di Elisa Manici o Marcella Di Folco o Elena Biagini) il NOSTRO … chiaro come concetto?
Non ho mai creduto che un Pride sia monopolio di chi lo organizza e mai ci crederò, perché fa parte del mio percorso, della mia pratica, nello spirito di Stonewall!
Sono rimasta sul prato (il Bakstage come lo chiamano gli organizzatori), a chiacchierare e divertirmi felice e spensierata con tutt* coloro che li stavano: Francesca Polo, Paola Brandolini, Vanni Piccolo, Beppe Ramina, Daniele Del Pozzo, Valerie, Nicole e tante/i altri. Ribadisco spensierata perché fino a quel momento non avevo nulla di cui preoccuparmi….per farvi capire…non c’era nulla di cui dovevo preoccuparmi se non dell’emozione che avevo (come tutti gli altri) del dover parlare dal palco. Ricordo di aver detto a Francesca Polo che sembrava di essere a Woodstock! Forse, se avessi avuto qualche piano diabolico come si tenta di far passare, non avrei pensato di stare a Woodstock bensì  a Genova durante il G8! Ma ero tranquilla, come lo erano tutt* i e le trans che mi avevano raggiunto (nel famoso bakstage) per condividere con me la favolosità (che a voi piaccia o no). Vladimir mi presenta e io salgo sul palco del NOSTRO PRIDE con tanto di tacco a spillo in mano per ricordare quello che Sylvia Rivera (la conoscete vero?!) scagliò contro i poliziotti e che noi tutt* stavamo lì a festeggiare….eppure incredibilmente una nostra compagna proprio li sotto viene arrestata perché qualcuno si è sentito aggredito dalla sua favolosità!
Ho visto Graziella lì sotto insieme a Massimo Mele (gli unici brecciaroli presenti al varco) esattamente 15 minuti prima che venisse portata via violentemente e non era ubriaca, né fuori di testa….aveva solamente tanta voglia di festeggiare il NOSTRO PRIDE!  Peccato che la sua favolosità è stata scambiata per pericolosità (questo il clima dell’Italia che dà i suoi frutti) mentre ricordavo quel 28 Giugno 69, veniva srotolato alle mie spalle uno striscione con su scritto 28 Giugno 1982 indietro non si torna a firma Facciamo Breccia, che ricordava (guarda un po’) la presa del Cassero. Le trans che lo reggevano erano orgogliose per riuscire a dare un contributo e essere visibili in quel favoloso scenario. L’immenso pubblico della piazza ha visto questo e non le contorsioni che ci avete visto voi. Non abbiamo seguito il protocollo e abbiamo rotto il giocattolino proprio a chi, del contenuto di quello striscione, doveva essere orgoglioso! La vita è proprio strana, paradossale, veramente assurda! E pensare che anche nell’ufficialissimo parlamento è diventata quasi una prassi srotolare striscioni mentre a Bologna tutto ciò diventa un attentato al Pride.
E lì sotto Graziella Bertozzo veniva arrestata, senza che in tutto questo ci fosse stata quella regia o premeditazione che parte degli organizzatori ci hanno voluto vedere.  E che cosa abbiamo fatto di tanto grave? E che cosa ha fatto di tanto grave Graziella? Vi prego portatemi davanti la tipa che ha chiamato la polizia per curiosità, perché mi piacerebbe farle alcune domande….la prima delle quali è se aveva scambiato Graziella per Swarzenegher….chissà, forse nell’agitazione della giornata! Ma ce l’avete presente la Bertozzo, lo chiedo a Francesca e lo chiedo a Aurelio! E avrebbe rotto una gamba al poliziotto, aggredito le security girls e magari fatto un doppio salto mortale sostenuta da Massimo Mele!?
In altri tempi, tutto quello che sto dicendo, sarebbe stato impensabile…non il contenuto, ma il fatto stesso di dirlo, il fatto di dirlo ai rappresentanti delle massime associazioni italiane. Ledere la maestà mi sarebbe parso fuori luogo, ma davanti a quello che sta succedendo carissimi Aurelio e carissima Francesca la mia coscienza me lo impone.
Lo so che non ci credete o non vi piace crederci, ma dietro a tutto quello che è successo non c’era nessun piano, nessuna premeditazione che neanche lontanamente si avvicina alle strategie di cui parlate. Rilassatevi! I nostri nemici sono altri! Lo abbiamo dimostrato tante volte, in quelle che voi definite pratiche violente e maschiliste (grazie Aurelio Mancuso, grazie Francesca Polo, grazie organizzatori lo abbiamo fatto anche per voi), fino ad ora nei nostri appening non ho mai visto una rissa come purtroppo si assiste spesso nelle serate del Cassero (quel posto che occupammo il 28 Giugno 1982 come scritto sullo striscione), dove chiamare la polizia sembra sia diventata una pratica usuale (dovreste rispondere anche di questo no! E ve lo chiede una che quel posto ha contribuito a prenderlo).
Per rinfrescarvi la memoria vorrei elencarvi qualcuna, e non tutte, delle pratiche maschiliste e violente di Facciamo Breccia (spesso insieme anche a compagne di Arcilesbica) durante le quali di solito ci prendiamo fermi e denunce: sit in di tre mesi contro Don Benzi alle ore 6 del mattino al Sant’Orsola, Sit-in davanti alla cattedrale di Bologna il 17 Maggio 2007, sit in con aggressione da parte dei fasci davanti alla chiesa dell’opus Dei nel giorno della santificazione dei martiri franchisti, orgoglioso antifascismo a Catania per rispondere a Forza Nuova che aveva bloccato il Pride….continuo? Sit in davanti al congresso sulla famiglia organizzata dalla Bindi, i vari No Vat (osteggiati e offuscati chissà da chi).
Sentirsi dire fascista e maschilista non ci sto….il mio orgoglio FROCIO si ribella.
Ritornando al nostro orgoglio, quello del 28 Giugno 2008, quello che è successo è veramente incredibile…alla festa della nostra liberazione viene fatta arrestare una compagna che ha speso la sua vita per quella liberazione. Di questo dovete rispondere e non delle tante bugie che avete inventato per trovare una scusante al suo arresto. Mi dispiace dire queste cose ma dopo aver letto i vostri comunicati diffamanti, come trans, come gay, come libertaria, come orgogliosa e soprattutto favolosa vi chiedo di ripensarci. E di tutto questo sicuramente ne riparleremo perché fa parte della nostra storia….
come dire: i nodi vengono al pettine!
Nello Spirito di Stonewall
Porpora Marcasciano

Grazie a Porpora che sempre, scrivendo di pancia, fa vivere nella mente di ciascuno e ciascuna luoghi ed emozioni forti come non mai.
Grazie a Porpora che ci ha ridato un senso di lotta politica, noi che – da un Pride - non abbiamo nulla da festeggiare e tutto da conquistare.
La questione Graziella francamente è allucinata e fuori dal mondo, un po’ come tutta la manifestazione di Bologna.
Povera Graziella, lei pensava di andare ad una manifestazione pacifica e riconoscente e non sapeva che andava invece ad un G8 (gayotto) fatto di capi di stato e di zone rosse verdi e gialle altro che arcobaleno.
Povera Graziella che ( mica sono tutti scemi come me) anzicchè telefonare a Emiliano per chiedere il permesso palco ( tanto per ricevere un no) si è presentata sotto al palco pensando di avere il diritto naturale a stare lì come sarebbe stato per tutti noi che siamo in prima linea da anni e nei nostri territori.
Povera Graziella che ha imparato come tutti noi che il Palco di Bologna è più inavvicinabile dell'Ariston di Sanremo, almeno lì, cavallo pazzo è riuscito ad arrivarci.
Già poveri noi che siamo andati a Bologna a sfilare tra un parco con i cigni e una sorta di tangenziale, tra palazzi vuoti e alberi magici.
Poveri noi, che nonostante siamo stati a Roma poi siamo andati anche a Bologna fieri dei patrocini del Comune di Napoli e della Regione Campania.
Abbiamo onorato il patrocinio affidatoci con un duro lavoro sul territorio e siamo stati ripagati da i signori della burocrazia arcobaleno che ci hanno negato la possibilità di leggere un intervento dal palco, un saluto con le motivazioni degli assessori Comunali e Regionali, delle Istituzioni.
Ma la segreteria organizzativa (con sede legale su UrAno) ha detto di NO.
Causa equilibrismi cencelliniani che avevano creato un Ordine Nuovo ed imperturbabile dove potevano parlare pseudo associazioni di rilevanza nazionale....e…. non si poteva turbare l’ordine dato.
Il risultato è stato che il Gruppo i Ken ha fatto la sfilata ma non è entrato in piazza per protesta. Con senso di responsabilità e con determinazione politica. Questo non ha turbato gli imperturbabili.
A qualcuno della “segreteria politica del Pride “ è interessato? No.
Esisteva un comitato capace di coinvolgere i territori? No.
No e the show must go on!
(quando ho chiesto di fare la lettura dei messaggi delle Istituzioni (siamo stati gli unici territoriali a venire con un patrocinio morale) mi hanno detto che una riunione sconosciuta aveva già deciso senza avvisare e rendere noto che aveva deciso. Il Potere è la comunicazione (analizziamo i nessi?) ed i Bolognesi hanno avocato a sé il Potere di decisione e di veto, e non hanno  comunicato cosa deciso e chi avrebbe avuto il privilegio della parola dal palco).
Peccato che quello che avrebbe dovuto fare il sottoscritto, con il proprio gruppo (con spirito e motivazioni diverse, ma forse con conoscenza maggiore dei burocrati arcobaleno e con un briciolo di senso pratico in più è stata la Bertozzo e l’ha fatto dimostrando l’autoritarismo di alcuni gruppi del movimento) che invece ha sottovalutato la polizia in borghese de L’ORGANIZZAZIONE ed è caduta sotto i colpi della sicurezza e dell’ordine pubblico.
Il palco è fatto per i pochi soliti e le poche solite persone del “potere” effimero di un mondo distaccato e distante dal pride.
Il risultato assai deludente di partecipazione e le continue polemiche interne, gli attacchi e i comunicati stampa contro una combattente per la libertà, i Pride ridotti a manifestazioni municipali o di “paese” dovrebbero farci riflettere tutti e tutte sul “come” procedere per il futuro.
I Pride vanno immaginati di nuovo, così come condiviso con Patanè, partendo dal concetto del “Come stare in un Pride” per decidere il  “Dove fare il Pride” e passare dal concetto di UN pride al valore de IL pride.
Napoli e la Campania nella quasi totalità ci hanno detto che non sarebbero venuti a Bologna perché non condividevano la scelta terza rispetto alla capitale ma anche perché c’era il costo insostenibile viaggio oltre la lontananza della meta.
Per quello che ci riguarda - nonostante l’immane sforzo organizzativo fatto per questo bologna pride che non ci ha dato nessuna visibilità – riteniamo che questa manifestazione (al contrario del Roma Pride 08) sia stata un disastro per la “distanza” dimostrata tra il movimento ed il popolo LGT e per il disastro politico causato con il fermo della DIGOS per aver turbato l’ordine pubblico.
Aggiungo che il silenzio stampa, l’assenza di parlamentari eletti (la responsabilità delle associazioni LGT durante l’ultima campagna elettorale) la ricerca di una nuova collocazione centrista di parte del movimento e il non valore dato alle esperienze laboratoriali come quella della Campania (assessori di Rifondazione e del Pd ci hanno sostenuto con un patrocinio offeso) la costituzione di un Coordinamento GLT politico, un lavoro coordinato di tutte le associazioni territoriali con gli Enti Locali non è bastato per avere la visibilità politica che è stata garantita a chi non si sa per i 364 giorni l’anno cosa faccia oltre a parlare dal palco del Pride.
Occorre solo ESSERE QUALCUNO non fare qualcosa d’importante per APPARIRE o per parlare.
A Graziella altro che ramanzine, il mio encomio e gli onori civili perché ci ricorda che nonostante ci dicano di no si lotta per fare quello che si ritiene giusto e legittimo!
Noi più ghandianamente abbiamo attuato il dissenso politico non violento ma, questo non ha turbato i “potenti” e  data la invisibilità ulteriore della posizione devo dire che il metodo più appariscente è quello dell’opposizione che genera la violenza.
Esso non mi appartiene, ma devo dire il vero ha il suo fascino e il suo tornaconto.
p.s. chiedo ad Aurelio e a Francesca, le pratiche gioiose servono a ricordare l’evento del ’68 oppure la pratica gioiosa è relazionata al tempo che viviamo e la politica cattofascista di Berlusconi Bossi e Fini che sono peggio di Mussolini?
Io non ho nulla da festeggiare e da gioire né ieri e né oggi, ma pratico una politica di trasformazione per il domani e purtroppo questo pride non parlava questa lingua.
Carlo Cremona
parte invisibile del Bologna Pride 08


Al Comitato Catania Pride
Arcigay Catania, Open Mind GLBT, Pegasos Club
Cari amici del Comitato Catania Pride,
quanto è accaduto la sera di sabato 28 giugno nei pressi del palco del Pride di Bologna è un fatto grave e segna le difficoltà del movimento gay, lesbico e transessuale nell'ottenere giusti riconoscimenti legislativi, sociali, politici. Il movimento per i diritti civili è da sempre composto da molte associazioni ognuna con una propria specificità e con progetti ed idee in autonomia: questo fatto non può diventare un ulteriore ostacolo alle rivendicazioni e alle varie forme di protesta, Pride in testa, ma deve contribuire al pluralismo e alla forza del movimento lgbtq tutto.
La violenza e le prevaricazioni vanno combattute da qualsiasi parte provengano ma nello stesso tempo bisogna impegnarsi per la libera espressione di tutti. Il Pride non appartiene solo agli organizzatori ma a tutti quelli che vi partecipano anche con posizioni critiche rispetto alla piattaforma politica della manifestazione. La memoria storica del movimento non deve dimenticare l'impegno di figure come quella di Graziella Bertozzo che, come molti altri esponenti del movimento, ha speso parte della sua vita per il riconoscimento dei diritti di libertà e di civiltà di lesbiche, gay e trans. I Pride 2008, da quello di Roma, a quello di Biella fino a quello di sabato 5 a Catania, sono stati messi in seria discussione da divieti e ostacoli posti in atto dalle istituzioni e dai vari esponenti omofobi della nostra società: questo ci deve far riflettere e ricordare che i principali avversari sono esterni al movimento lgbtq.
Proponiamo e chiediamo al Comitato Pride di Catania di far intervenire Graziella Bertozzo dal palco di piazza dell'Università, per un tempo uguale a quello dato a tutti gli altri esponenti del movimento, per chiarire definitivamente l'episodio increscioso e riprendere serenamente e rafforzati la difficile e lunga battaglia per i diritti ancora negati. Ci auguriamo che questo possa contribuire a superare le tensioni e anche gli equivoci nati dall'episodio di Bologna.
Saverio Aversa
Resp. Naz.Diritti e Culture delle Differenze
PRC-SE
Sergio Rovasio
Segretario Associazione Radicale Certi Diritti


Non abbiamo parole per esprimere lo sconcerto e l'incredulità di fronte a quento successo sotto il palco del Pride nazionale di Bologna.
E' inaccettabile che un'attivista storica del movimento GLBT, che è stata segretaria di Arcigay e Arcilesbica, da sempre impegnata sul fronte della visibilità lesbica, alla quale dobbiamo molte conquiste del  movimento, venga portata via dal palco del Pride in manette per aver cercato di aprire uno striscione di Facciamo Breccia.
Proprio al Pride, la nostra manifestazione per i diritti e le libertà, abbiamo dovuto assistere ad un evento che non si era mai visto nella storia del movimento in Italia. Un fatto gravissimo che apre molti interrogativi sugli spazi di libertà nei Pride e crea un precedente molto pericoloso.
Ci auguriamo che presto l'iter giudiziario possa risolversi nel migliore dei modi per Graziella, alla quale va tutta la nostra stima e il nostro appoggio. Respingiamo nettamente lo spirito dei comunicati di ieri del Comitato Bologna Pride e di Arcigay/Arcilesbica, ritenendo doverosa la più ampia vicinanza possibile ad  una compagna di lotta che ha subito un trattamento indegno (rispetto al quale speriamo possano essere accertate le responsabilità) e considerando necessario il ripristino di un clima di dialogo che sappia essere all'altezza della situazione.
Il Direttivo del circolo GLBT Maurice di Torino

L'ammanettamento, il fermo della polizia, le denunce, sono cose che a leggerle (non ero presente in piazza durante i fatti), mi hanno angosciato profondamente. Voglio esprimere la mia solidarietà a Graziella per quanto è accaduto perchè innanzitutto e sopratutto, Graziella è una lesbica attivista del nostro movimento, con la quale spesso mi sono scontrata e divisa, ma vale sempre il terreno della politica. Mentre cresce fuori dal movimento una società omofoba e razzista.
titti de simone

Mi associo chiedendo al Comitato Bologna Pride di chiarire al più presto con le competenze giudiziarie interessate, l'increscioso equivoco che ha coinvolto Graziella Bertozzo, unanimemente riconosciuta da tutti gli Enti con cui ha collaborato persona preziosissima, stimata per la sua infaticabile azione ed in particolare per la sua capacità di rispetto, equilibrio e costruttività.
da parte di
Patricia Bettini
Referente Organizzativa "Coordinamento Centri Consulenza Giovani", ASL 10 Firenze.

Quello che è successo a Graziella è un fatto vergognoso e qualche responsabilità mi pare ce l'abbia anche il Coordinamento del Pride.
Tutto il mio sostegno umano e politico a Graziella e a 'Facciamo Breccia', gruppo al  quale ho partecipato fin dall'inizio e al quale, soprattutto idealmente, mi sento di appartenere. Sono a disposizione per qualunque azione, progetto, protesta o altro si voglia realizzare. Un abbraccio affettuoso a Graziella e a tutti voi.
Saverio Aversa

Esprimo la mia totale solidarietà a Graziella sperando con il cuore che si sia trattato di un errore.
Imma Battaglia

Carissimi,
ho letto la paradossale notizia di Graziella Bertozzo fermata e condotta via in manette dal retro del palco del Bolognapride sul quale tentava di salire per srotolare uno striscione e leggere un comunicato.
Penso che si sia trattato di un colossale malinteso, di un madornale errore di interpretazione di quello che stava succedendo da parte di un servizio d'ordine evidentemente impreparato, di cui credo siano proprio gli organizzatori a doversi assumere la responsabilità.
Tutti/e ci attendiamo dal comitato Bolognapride una spiegazione e, se fossero confermati i fatti descritti nel comunicato di Facciamo Breccia, le Vostre immediate scuse a Graziella e naturalmente il vostro impegno concreto affinché la vicenda giudiziaria che purtroppo si e' avviata trovi al più presto una soluzione.
Katia Acquafredda, Milano

E' pazzesco! Sono solidale con Graziella e FB tutta
Episodio pazzesco e incomprensibile ...
Cosa dice il comitato organizzatore? (a quanto ne so diversi gruppi)?
Sono in quasi-vacanza ma cosa si fa?
Vincenza Perilli

L'epilogo è chiarissimo: Graziella fermata, ammanettata, tenuta come un delinquente, portata via a sirene spiegate. Graziella che oppone resistenza: vorrei vedere chi non oppone resistenza a vedersi trattato così. Ma Graziella è alta come me, peserà la metà di me: c'è bisogno di sommare violenza a violenza? o pensano di piegarle i pensieri a piegarle la testa? per ora ti mando un abbraccio e fateci sapere cosa possiamo fare insieme.
Anna Nocentini - Firenze

Abbraccioni a Graziella!
incredibile... ho difficoltà a trovare le parole. ma cosa sta succedendo in questo paese?!  Graziella trattata come una delinquente mentre i veri delinquenti sono al potere (ma anche all'opposizione).  Mi sento sempre meno sicuro in Italia. che tristezza...
tantissima solidarietà alla compagna e amica Graziella!
in attesa di indicazioni su come promuovere iniziative concrete di
sostegno per Graziella,
John Gilbert

Ho sentito la storia di Graziella stamattina su radio onda rossa.
Se potete fategli un saluto da parte mia.
Massimo Saltamerenda
Cerveteri


ESPRIMO LA MIA MASSIMA SOLIDARIETA A GRAZIELLA E A TUTTO IL MOVIMENTO E' ASSOLUTAMENTE ASSURDO UN INTERVENTO DELLA POLIZIA IN UNA MANIFESTAZIONE CHE SI E' SVOLTA IN MANIERA DEL TUTTO PACIFICA –
RaffaelloDP Milano

Sono esterrefatta. ma cosa dicono a Bo?? e graziella come sta??è allucinante, vergognoso, pazzesco un episodio simile, esprimo tutta la mia solidarietà a Graziella e a FB.
teniamoci aggiornate per gli sviluppi…ciao
Martina

Senza parole.. Vergognoso non tanto il comportamento della polizia (quella sappiamo com'e' fatta e come si comporta) ma di chi l'ha mandata.
un abbraccio solidale e complice a Graziella
Mauro
Cobas Scuola Cuneo


Esprimo solidarietà a Graziella, persona di grande slancio e di purezza di intenti.
Lorenzo Della Corte - Firenze

Sono sconcertato. tutta la mia solidarietà a Graziella, che ti prego di salutare e di abbracciare. Se organizzate qualcosa ci sarò.
Christian De Vito - Firenze

Cara Graziella, mi dispiace tantissimo per quello che ti hanno fatto a Bologna. Ti mando affettuosa solidarietà, e dimmi se posso essere utile in qualche modo. 
Liana Borghi – Firenze

La mia solidarietà a Graziella. Pare che tutto, anche il dissenso pacifico e le idee, d'ora in poi,debbano essere blindate e controllate. Stima e solidarietà a chi non china la testa.
Monica Perugini

Conosco personalmente Graziella e per questo, benché distante centinaia di chilometri dalla scena dei fatti, mi riesce molto difficile immaginarla nell’opporre violenza ad un “arresto”. Secondo quanto apprendo dal comunicato, dove si dice che perfino alcuni osservatori affacciati alle finestre hanno affermato che «la “signora” non aveva fatto niente», tale arresto appare peraltro ingiustificabile. Mi associo a tutti coloro che esprimono solidarietà a Graziella e chiedono che non si faccia seguito alle accuse generate da questo  “equivoco”.
Carlo Pauer

Esprimo tutta la mia  solidarietà a Graziella, nostra compagna di strada e di lotta da anni, e resto totalmente sbigottito dal comportamento assurdo e violento delle forze dell'ordine di Bologna.
Ho  sempre condiviso e praticato le battaglie per i diritti della comunità glbt, e starò sempre al fianco di chi continua a fare azioni come quelle che sono state portate avanti a Roma e Bologna.
Mi stringo forte a Graziella,
Stefano Giannattasio - un tesserato di Rifondazione Comunista (Firenze)

Cara Graziella, ti esprimo la mia solidarietà per quanto ti è accaduto  durante il Gay Pride a Bologna, che ho appreso da un comunicato di "Facciamo  Breccia" non essendo stata presente alla manifestazione. Mi sembra un  episodio estremamente grave e un ulteriore segnale del deterioramento  democratico provocato dalla fascistizzazione galoppante. Mi auguro che  quest'ultima non incida anche all'interno del movimento di liberazione lgbt  e per i diritti civili, e che le responsabilità relative al tuo fermo di  polizia vengano chiarite e politicamente assunte in modo soddisfacente per  te. Sono comunque a tua disposizione sia per una condivisione delle spese legali, sia per qualsiasi azione reputerai opportuno intraprendere contro questo abuso.
Rosanna Fiocchetto

Non ho parole.
Un grande abbraccio a Graziella, amica e compagna di tante lotte, a
lungo portavoce del Social Forum di Firenze.
Tommaso Fattori – Firenze

Peggio di quanto si potesse prevedere. Il disprezzo omofobo, razzista e xenofobo è  sempre più violento. Questi hanno perso ogni freno. Non ci possiamo permettere  il lusso di abbassare la guardia.
Un forte abbraccio a Graziella.
Mercedes Frias – ex deputata di Rifondazione Comunista

Cara Graziella,
leggo ora di questo ennesimo attacco alle tue lotte, mi sembra così assurdo...
Ti sono vicino, per quel che conta.
Spero di incrociarti presto, magari facciamo una cosa a Firenze, proviamo a smuovere un po' le cose.
Ti abbraccio
Cristiano Lucchi - Firenze

Cara Graziella,
ho letto soltanto adesso della vergognosa violenza che hai subito. Ti voglio esprimere tutta la mia vicinanza e solidarietà. Quanto è accaduto è veramente assurdo e incomprensibile. Non ero presente al Pride ma mi sento colpito anch'io.  Io, da tempo, mi riconosco nella tua azione politica, nel  tuo percorso. A Bologna, insieme agli altri compagni di Facciamo Breccia, hai portato istanze che io personalmente condivido fortemente, e pertanto in quel momento rappresentavi anche me.
Massimo Farinella – Roma

Ciao carissima, non ho parole, sono addolorata e schifata per cosa è
successo; ti/vi sono vicina, un grosso abbraccio a te a Graziella e a tutt@
baci
Enza Aguanno - PRC Firenze

Anche da parte mia affettuosa solidarietà a Graziella.   
Lidia Cirillo

Ho saputo un po' delle tue vicissitudini a Bologna e sono rimasto colpito, ma non più di tanto. Scusa ma ormai non riesco quasi nemmeno a scandalizzarmi; mi arrabbio molto, ma sono disperante per il futuro prossimo che ci aspetta.
Sai che per la mia storia sono interessato più ai problemi sociali che non a quelli dei diritti. Sono però molto cosciente che un legame tra le cose c'è ed è fortissimo. Per garantire un controllo sociale davanti alla catastrofe sociale occorre creare problemi falsi (razzismo), occorre istillare una morale impossibile, bigotta e che crei senso di colpa (paura di tutta le vita sessuale); occorre far vivere nella paura e creare pericoli inconsistenti (sicurezza).
So benissimo che colpire persone come te che lottano per diritti e libertà è strumento per garantire dominio economico e sociale.
Ti sono vicino.
Tiziano Cardosi – Firenze

Ovviamente, anche tutta la mia solidarietà.
Nerina Milletti

Leggo solo oggi quanto è successo a Graziella durante la manifestazione del pride di Bologna e oltre allo sgomento per un peggio che oramai non sembra avere fine in cui tutto viene macinato: diritti di cittadinanza, all’autodeterminazione delle donne, dei migranti, dei lavoratori, mi monta dentro una “rabbia” profonda e la necessità di fare qualcosa, tutti insieme, per tentare di fermare  quanto sta avvenendo.
A Graziella comunico, naturalmente, tutto il mio affetto e la mia solidarietà ed un forte e grande abbraccio.
Daniela Vangieri - Firenze

Cara Graziella, Italo per fortuna non ha contagiato tutt*.
Ti esprimo tutta la mia solidarietà.
Paola Guazzo

Ciò che è accaduto a Bologna è gravissimo. Gli organizzatori del pride dovrebbero spiegare forse un po’ di cose. Si nega il palco a chi da sempre è in prima linea contro omofobia  fascismo e clericalismo ma si concede (il palco) a poliziotti in borghese (anche se la cosa non mi stupisce più di tanto!!!) Che schifo!
Con Graziella e Facciamo Breccia siempre
Massimo Quinzi – Roma

Ho scambiato due battute con Graziella subito dopo l'occupazione simbolica del vecchio Cassero alla quale ho assistito per caso. Mi sono trovata lì e sono felice che il caso mi abbia fatta trovare in quel momento al posto giusto. La polizia – dopo un debole tentativo di reazione – “ha lasciato fare”.
Non avrei mai immaginato che una compagna così rappresentativa – ma sarebbe stato lo stesso anche se non lo fosse stato – venisse ammanettata, trascinata via, portata in questura, perché voleva accedere al palco o entrare nello spazio sottostante, poco importa.
E’ grave, gravissimo. La mia solidarietà a Graziella ovviamente la ritengo scontata e cercherò di fare del mio meglio per affrontare insieme anche tutta la brutta vicenda giudiziaria che spero venga risolta positivamente, per il bene di Graziella, per il bene di tutte e tutti.
Spero che alla responsabilità individuale del singolo che ha mal gestito la situazione che si è creata, il comitato pride possa rispondere con una assunzione piena di responsabilità politica al fine di risolvere la vicenda anche da un punto di vista legale.
E’ stato complesso, difficile organizzare e gestire il pride di Bologna, tutta la mia comprensione per coloro che se ne sono fatti carico dall’inizio alla fine, ma questo non ci può esimere dal rimettere al centro, dall’aprire un periodo di dibattito politico serio all’interno del nostro movimento, a questo punto necessario.
Un movimento che si lascia portare via dalla polizia una sua militante è un movimento in serio pericolo e pericoloso allo stesso tempo. Spero che tutte e tutti saremo in grado di far fronte alla banalità di certi commenti, consapevoli che il male si radica non solo nel fascista duro e puro, ma soprattutto nella banalità che ci abitua a non pensare più, a non agire più politicamente. Per troppi gay e per tante lesbiche e trans ormai la politica è vecchio ciarpame da comari. So che l'involuzione politica nel nostro movimento ha radici lontane e tante sono le "ragioni" - la stessa trasversalità, la perdita di coscienza politica dell'essere soggetti di rottura rispetto alla norma, il ridurre tutto a spettacolo e performance…
Sono socia del circolo di Arcilesbica di Bologna. Sono sicura che al nostro interno si aprirà un dibattito serio e consapevole rispetto al futuro del nostro movimento e saremo capaci di contrastare ogni forma di fascismo e di banalizzazione delle nostre coscienze.
Antonia Ciavarella

Tutta la mia solidarietà a graziella
Grazia – Brescia

Sono Bruno Fiorentino, fondatore insieme a 3 altre persone del FUORI nel 1971. Trovo assurdo e incredibile ciò che è avvenuto: esprimo solidarietà a Graziella Bertozzo e il massimo biasimo per coloro che dal coordinamento del Pride di Bologna si sono resi responsabili di un episodio inqualificabile. Credo che un confronto tra i vari gruppi del movimento, oltretutto in un momento di sua crisi generale, che non sa più trovare un obbiettivo comune, sia irrinunciabile ed urgente.
Bruno Fiorentino

Esprimo tutta la mia solidarietà a Graziella, nella speranza che venga fatta al più presto chiarezza in merito all'increscioso e terribile avvenimento.
Valeria Ferrero – Brescia

Premetto che l'intervento della polizia e il conseguente fermo di Graziella non sono accettabili.
Vorrei ricordare che il Cassero di Porta Saragozza fu ottenuto anche grazie al contributo dei circoli, collettivi glt di tutta Italia (Arcigay Arcilesbica non esistevano) che sostennero la realtà bolognese partecipando massicciamente ad iniziative che andarono avanti per molto tempo.
La mia presenza al Pride di sabato la dedico a Vincenzo Moretti ("Ilaria"), sardo di Sassari e animatore del Collettivo di Pistoia, impegnato con modi non conformi in quella che fu la mitica battaglia per il Cassero..
Ciao, Andrea Papi

Sono molto sconcertato dalla vicenda accaduta al Pride08 di Bologna, spero che questa cosa che è successa abbia un risvolto di denuncia contro gli organi di Polizia che hanno fatto questa cosa. Sono solidale con Graziella Bertozzo...
Segretario Area Nord Firenze PD
Massimiliano Alari

Anche IREOS esprime a Graziella la propria solidarietà per quanto accaduto.
Dispiace a tutti noi che un Pride così partecipato e gioioso, sia stato macchiato da un episodio così increscioso.
Ci auguriamo che le dinamiche dei fatti siano chiarite al più presto nell'interesse di un rapporto di reciproco rispetto e sostegno tra la comunità LGBT e forze dell'ordine.
Il Consiglio Direttivo di IREOS
 
Piena solidarietà a Graziella che conosciamo come compagna sempre presente in prima persona nelle iniziative per la difesa dei diritti di tutt* e con cui condividiamo i valori della laicità, dell'antirazzismo e dell'antifascismo come elementi fondanti dell'iniziativa politica.
Csa Next-Emerson Firenze
 
Pensiamo a Graziella, sia come gruppo che come lesbiche vorremmo esprimerle vicinanza e sostegno.
Le donne del Pianeta Viola 
 
Contro ogni banalità del male e dell'indifferenza hai la mia solidarietà!
Rachele

I metodi repressivi e fascisti adottati da polizia e carabinieri non possono e non devono essere condivisi dai nostri movimenti politici.
Non bisogna dimenticarsi mai chi sono e cosa rappresentano: sono quelli che menano i manifestanti della no tav e arrestano i compagni e le compagne alle manifestazioni, sono quelli che caricano i lavoratori negli scioperi e che prenderanno le impronte ai bambini rom. I fatti del G8 di Genova restano per molte e molti di noi una ferita indelebile.
Penso che nell'affrontare la questione dell'arresto di Graziella Bertozzo avvenuto durante il Pride si debbano tenere separate due questioni: una riguarda i problemi interni al movimento e l'altra il rapporto che si vuole avere con la polizia.
Internamente al movimento GLT ma anche allargando la questione a quello femminista ci sono posizioni differenti sui contenuti e sulle pratiche, quindi perseguire obiettivi, anche comuni, può avvenire con metodi decisamente diversi. Il coordinamento Facciamo breccia (o alcune sue componenti) ha spesso agito in modo provocatorio e a volte conflittuale nei confronti delle altre componenti del movimento. Certi metodi sono sicuramente un problema per una parte del movimento GLT così come del movimento femminista.
Questo però non giustifica in alcun modo il ricorso alle cosiddette "forze dell'ordine".
Se durante la manifestazione dell'orgoglio di lesbiche, trans e gay, che celebra una storica ribellione alla repressione poliziesca, si chiama quella stessa polizia per una lite interna al movimento significa che c'è una perdita di coordinate politiche, un disorientamento totale!
Penso che l'arresto di Graziella Bertozzo sia un avvenimento gravissimo e che MAI si sarebbe dovuto ricorrere all'intervento della polizia per risolvere i nostri problemi interni!
E se l'intervento è dovuto ad una volontaria inesperta presa dal panico allora dico che il Comitato Pride e ArciLesbica e Arcigay avrebbero dovuto comunque, pur riservandosi eventualmente il legittimo diritto di criticare il comportamento della Breccia, prendere fortemente le distanze dall'intervento della polizia e  dare solidarietà ad una lesbica arrestata durante un Pride.
Eva Mamini
(posizione personale di una segretaria nazionale di ArciLesbica che si dissocia dal comunicato ufficiale)

Sono socia di arcilesbica e sono stata nella segreteria nazionale per tre anni.
Vivo a Bologna da un anno e mezzo, ho organizzato ed ho partecipato ad alcune delle iniziative citate da Porpora con entusiasmo e grande soddisfazione.
Il 28  giugno l'occupazione simbolica del Cassero di Porta Saragozza, messa in atto su iniziativa di Facciamo Breccia (ho avuto la fortuna di essere sul posto al momento giusto), e la scarpa con il tacco a spillo esibita dalla favolosa Porpora sono state espressioni di visibilità, valore politico e memoria.
Quanto accaduto a Graziella al termine della manifestazione è assurdo e gravissimo.
Non condivido i comunicati del Comitato Pride e di Arcigay ed Arcilesbica (che ho potuto leggere solo ora).
Scrivo di getto ed a singhiozzo perché sono letteralmente basita ma ho la necessità di esprimere con poche parole la mia solidarietà personale a Graziella, per tutto l'accaduto, ed a FB, per quanto è stato scritto ed espresso nei vari comunicati.
Dai termini utilizzati è evidente che il Pride nazionale ed il suo palco non sono considerati spazi politici ma spazi privati da gestire al pari di una discoteca.
Il lavoro dei volontari, e la proprietà privata che da ciò deriverebbe, sono da difendere a tutti costi, al punto che la volontà di aprire uno striscione assume il significato di violenza, distruzione, fascismo e quantaltro.
Il pride nazionale è proprietà del comitato e non di tutt* quelli che vi partecipano a diverso titolo in diverse forme.
Su tutto una semplice considerazione, che rattrista nel profondo e richiederebbe una riflessione da parte di tutt*: che cultura stiamo creando se di fronte ad una compagna che vuole esibire uno striscione sul palco il 28 giugno è legittimo chiamare la polizia?
Questo semplice ragionamento dovrebbe prevalere sul resto senza la necessità di sapere se la compagna in questione sia o non sia una "storica" del movimento, se fosse o meno alterata, se FB aderisse o meno al coordinamento e tutto il resto.
Mi sembra chiara la volontà di operare a livello politico una netta cesura, come se fino ad oggi essere così ligi ed istituzionali ci avesse portato a qualcosa in termini di diritti civili.
Non ero nel "back stage", non mi interessa sapere il nome della giovane volontaria ne' il dettaglio dei fatti. E' così evidente e politicamente grave tutto ciò che è accaduto ed i comunicati che ne sono seguiti che ho la necessità di spostare il dibattito sui contenuti.
Lo faro' quanto prima con le socie del circolo di Bologna, cui ho già chiesto un incontro, ma vorrei avere questa possibilità anche con FB e con altre realtà, qui a bologna.
Anna

Solidarietà a Graziella e a Facciamo Breccia
Penso con orgoglio a quel giugno del 1982 a Bologna, la "conquista del Cassero",  il mio primo gay pride, la mia fresca militanza che esplodeva e fioriva, penso con orgoglio a Verona nell'ormai lontano 1995, ad Alziamo la Testa, a Graziella mia compagna di strada in quei giorni duri ed entusiasmanti. Penso a quanti di quelli che allora erano con noi  che in questi giorni hanno vomitato parole infami dettate forse dalla (in)consapevolezza di far parte di un movimento (?) schiacciato dal proprio perbenismo e dalla propria ansia di normalizzazione.
Sento tanta rabbia ed un'infinita tristezza, a Graziella un grande abbraccio, ai/alle compagni/e di Facciamo Breccia la mia incondizionata solidarietà.
Giancarlo Milani - Verona
omosessuale, antifascista

Con il susseguirsi dei comunicati, crescono in noi lo stupore e il dolore per quanto è successo, per un incidente di per sé evitabile ed assurdo, che ha trasformato la giornata dedicata in tutto il mondo all'orgoglio glbt in una delle più brutte pagine della storia recente del nostro movimento.
L'aggressione e il fermo di Graziella Bertozzo, cui va tutto il nostro affetto e solidarietà politica, e la ridda di polemiche ed accuse che si sono incrociate colpisce tutte noi personalmente come donne, lesbiche e appartenenti a questa grande comunità.
Voi, che dovreste esprimere sulla scena pubblica la creatività, il dialogo, l'intelligenza politica, la capacità di resistenza ad ogni discriminazione, a causa di un episodio che non avrebbe mai dovuto accadere, rischiate oggi di produrre una spaccatura nel movimento che ci renderebbe tutte/i più deboli ed ancora meno visibili.
Sarebbe bello, davvero bello, leggere domani un comunicato in cui il comitato organizzatore si assumesse la parte di responsabilità che disgraziatamente ha avuto in questa vicenda, e in seguito si adoperasse per ridurre quanto possibile le sue conseguenze sul piano giudiziario e penale, nel tentativo di ricucire il dialogo tra le anime del movimento, in nome dei diritti civili di milioni di persone e famiglie.
Katia Acquafredda, Patrizia Colosio, Piera Zani, Paola Fazzini, Donata Prosio, Alessandra Brussato, Michela Pagarini, Rosi Polimeni, Eleonora Dal Zotto, Tiziana Louse, Cristina Rapino, Alessandra Quaglia, Susanna Lollini
Associazione Lista Lesbica Italiana


Una donna minuta, semplice, non so come si può tornare agli anni 60-- 
non discuto per il pride, ma che la polizia dica
che una donna nè forte nè persona senza cognizione, sia stata portata via...
io ho conosciuto cosa significa anche peggio 
STATO ITALIANO cancella il passato, olio di ricino è finito.....
abusi  di polizia, io ne ho ricevuti anche  nel 2007 
tacevo, ma credo che tutto ciò faccia paura
SIAMO ALLA CACCIA AL DIVERSO? 
Graziella piccina ti sono vicina...
a cena a casa mia anni fa parlavamo delle mie carcerazioni, ma era 50 anni fa..........
SOLIDALE  A.I.T.  SANDRA ALVINO
 
Premettendo che non siamo stat* al pride di Bologna, abbiamo comunque seguito ciò che è successo a Graziella, e la piega che ha preso la discussione dopo l'accaduto ci ha spinto a scrivere queste poche righe.
L'annuale manifestazione del Pride dovrebbe tenere vivo il ricordo della rivolta di Stonewall, orgogliosa reazione di trans, lesbiche e gay contro l'oppressione poliziesca istituzionale.
Da qualche tempo invece è in atto il tentativo di rovesciare questa occasione in una parata di perbenismo, che è alla radice dell'oppressione omo-transfobica.
Il 28 giugno scorso, in occasione del Pride di Bologna, tale processo ha raggiunto il culmine dell'aberrazione quando, infangando la memoria di Stonewall, è stato chiesto alle forze dell'ordine di intervenire repressivamente nei confronti di una lesbica, Graziella, che voleva aprire, "non autorizzata", uno striscione sotto il palco.
Le infamie diffuse nei giorni successivi allo scopo di giustificare questa scelta nefanda rappresentano un chiaro sintomo dell'implosione di quella parte di comunità (tra molte virgolette) più attenta al business e alle carrierucole politiche che al reale superamento delle discriminazioni quotidiane.
Perbenismo, svuotamento dei contenuti politici dei Pride e rinnegamento della storia da cui veniamo hanno creato, così, le condizioni del fermo poliziesco di Graziella. Contro queste criminalizzazioni e intimidazioni esprimiamo profonda solidarietà umana e politica a Graziella; insieme a lei continueremo il comune percorso di liberazione da vecchi e nuovi oppressori, da vecchi e nuovi kapo.
HASTA LA BRECCIA!
Nic e Gio

Cara graziella, cari tutti,
leggo ora la mail da venerdi, sono senza parole. Spero che tu stia bene, graziella, e con questa mail vorrei che ti arrivasse anche tutta la mia solidarietà, per quanto il mezzo lo permetta. un abbraccio forte
monica

Noi non eravamo al Pride di bologna e abbiamo seguito la tua vicenda dalla lista di Facciamo Breccia.
Al di là di qualsiasi discussione, ci sembra doveroso esprimere la nostra solidarietà a chi della violenza è vittima: e quindi a te.
Ciò che balza agli occhi è che Arcigay, con gli anni, ha perso non solo rilievo politico, ma anche capacità di elaborazione culturale e politica, esercitando il residuo e occasionale potere che si ritrova con l’arroganza e anche con la violenza, che anche noi abbiamo avuto modo di conoscere.
Per l’assurda violenza persecutoria che hai subito, ti esprimo la nostra solidarietà.
Ciao,
per CIGS- Circolo ARCI Ganimede onlus - Siena
Giacomo Andrei

Cara Graziella, non ci sarebbe bisogno nemmeno di dirtelo: mi dispiace profondamente per quanto e' accaduto al Pride, quando io ero gia' andata via, dovendo rientrare a Roma. Mi dispiace certamente per motivi politici, di delusione, di costruzione sempre piu' complessa della nostra battaglia, più di tutto pero' mi dispiace per te, un'esperienza che sara' difficile dimenticare. Ti scrivo solo ora perche' ho avuto problemi familiari che mi hanno monopolizzato. Spero ci vedremo a Catania, a presto e sii forte come sei sempre stata.
Gigliola Toniollo

Guai a chi ci tocca-Tpo esprime piena solidarietà a Graziella Bertozzo, che per aver tentato di portare sul palco del comitato pride lo stesso striscione che alcune ore prima aveva accompagnato la simbolica riappropriazione della sede storica del Cassero, è stata ridotta al
silenzio con la forza e con la repressione dalle forze dell'ordine invitate ad agire dal comitato pride.
Riteniamo vergognoso il comportamento del comitato pride che con un tale comportamento dimostra solamente debolezza politica e paura di confronto e di perdita di protagonismo.
Quanto accaduto si rivela grave poiché avvenuto in un momento in cui le forze politiche e le istituzioni vaticane cittadine e nazionali esprimono e concretizzano controllo, criminalizzazione e annientamento di tutte quelle soggettività che agiscono con radicalità l'autodeterminazione dei corpi,dei desideri, delle differenze in merito alle scelte e agli orientamenti sessuali.
E lo è tanto più quando questi episodi accadono in una città che è stata luogo centrale delle radicali lotte dei movimenti glbtq, nei confronti di una delle prime lesbiche attive nel movimento lgbtq.
Guai a chi ci tocca
Tpo
Bologna

Avrei potuto esprimere subito la mia solidarietà, la mia preoccupazione per quello che era successo. Questura. Polizia. Equivoco. Ho sentito queste parole su quel palco e la mia reazione è stata "ehh??". Avevo applaudito anche discorsi retorici. Perché al pride, si sa, siamo tutti belli. Perché siamo tante, colorat* e ci baciamo sudati per le strade, col culo fuori nella fontana.
Invece ho passato due giorni muta a leggere botte e risposte e discussioni e delusioni davanti al computer.
Lo scoramento mi è arrivato leggendo pagine su pagine, fittissime, su un forum.  Sfondi una transenna e sgomiti? Chiamo la polizia.
Ma non è stato né il botta-risposta da forum, né il gesto della volontaria --che non ha vent'anni-giovane-inesperta e si è esposta in prima persona con nome e cognome da subito-- a farmi pensare "siamo davvero alla frutta", bensì i comunicati ufficiali del comitato bolognapride e -soprattutto- di quello congiunto Arcigay-Arcilesbica.
Sono lontana da Arcigay. Non è la mia associazione, non è la mia politica. Ma non lo sono da Arcilesbica, associazione che apprezzo e che ho sempre trovato dialettica, non arroccata su posizioni normalizzatrici e in dialogo con parti diverse di un movimento che non
può essere uniforme.
Per questo motivo la firma di Francesca Polo in fondo a quel comunicato mi lascia basita. Provo un certo sollievo nel leggere qui i messaggi di solidarietà di diverse donne attive all'interno di Arcilesbica che non condividono affatto la posizione espressa dalla presidente nazionale dell'associazione.
Sono i nodi che vengono al pettine, come scrive Porpora.
Tutta la mia solidarietà a Graziella.
Olivia Pinto

Con il presente comunicato vogliamo esprimere la massima solidarietà alla compagna Graziella per quanto accadutole.
Noi, giovani comunisti - Prato, ormai da qualche tempo impegnati nella lotta per l'affermazione dei diritti delle comunità LGBT (grazie anche ad uno splendido rapporto di amicizia e collaborazione con il Comitato Gay e Lesbiche Prato) riteniamo inacettabile il clima di oscurantismo e repressione violenta degna di un regime neo fascista.
In tutto questo rinnoviamo la nostra convinzione nel continuare la lotta affinché tutt* possano vivere serenamente la propria vita senza che nessun* possa interferire in alcun modo!!
Giovani Comunisti - Prato
 
Solidarietà a Graziella ed al coordinamento Facciamo Breccia
Vogliamo manifestare la nostra solidarietà a Graziella ed a tutto il coordinamento facciamo breccia per l'aggressione e l'arresto subito il 28 giugno a Bologna.
Graziella, da anni punto di riferimento del movimento gay e lesbico, ha saputo praticare una politica libera da condizionamenti da parte di istituzioni e associazioni varie, dimostrando la propia autonomia e grande dignità anche a costo di rotture.
Crediamo che non sia un caso quindi che sia stata "indicata" dagli organizzatori del pride bolognese alla questura e che sia stata quindi arrestata.
Da parte di alcune associazioni e settori istituzionali si pratica ancora l'isolamento e la delazione verso chi appunto ha saputo mantenere ferme le proprie posizioni.
Ancora una volta la repressione e l'attacco all'agibilità politica colpiscono compagni e compagne che hanno fatto dell'autonomia di movimento una propria forza, per intimidire, isolare e dividere.
Certi che non sarà certo Graziella ad intimidirsi, le mandiamo la nostra solidarietà e la disponibilità ad organizzare iniziative di informazione e raccolta fondi per un eventuale processo come per le denunce delle attiviste di Facciamo Breccia per l'iniziativa a Piazza San Pietro.
Solidarietà a Graziella
Solidarietà al coordinamento Facciamo Breccia
Centro Popolare Autogestito Firenze sud

Con grande sconcerto ed amarezza abbiamo appreso  dell'inquietante fatto accaduto ai piedi del palco del Bologna Pride, il 28  giugno scorso. Abbiamo partecipato all'intero corteo, ma non eravamo presenti durante l'incidente e comunque non riteniamo fondamentale per una valutazione politica di quanto successo, la conoscenza dei dettagli sui fatti, perché in  adesione al secondo comunicato di Facciamo Breccia riteniamo che la presenza e  “l'uso della polizia per la gestione del dissenso interno ad un movimento è la fine della politica, significa scivolare verso lo stato di polizia.”.
Sentiamo quindi il dovere politico, morale e personale di aggiungere al nostro grande stupore nell'apprendere che l'unico modo per reagire ad un malinteso tra l'organizzazione interna del Pride e i militanti di Facciamo Breccia sia stato il ricorso alle forze dell'ordine, forti critiche ad Arcilesbica, Arcigay e al Comitato Pride, per l’atteggiamento di chiusura e per il linguaggio aggressivo e svalorizzante utilizzato all’interno dei loro comunicati ufficiali, nei confronti della persona di Graziella Bertozzo e dei membr* tutt* del Coordinamento Facciamo Breccia.
Sentiamo l’urgenza di esprimere ora una nostra riflessione: non è certo una novità per chi come noi, che da sempre collabora con i movimenti politici dei gruppi di minoranza, di fatto agendo politicamente all’interno di essi, partecipare a o essere testimone dei numerosi dibattiti, anche accesi, scaturiti dalla “presa di posizione” dei tanti corpi pensanti, ovvero le tante voci singole e/o le entità collettive avvicendatesi nel corso degli anni nella conduzione del discorso politico di un dato momento storico.
Tante volte, infatti, le diverse idee politiche hanno dato vita ad intensi ed  aspri scontri interni, con la grande capacità e attenzione di non arrivare comunque alla negazione dell’altr*, ovvero delle relazioni politicamente significanti. 
Questo episodio e l’inadeguata gestione delle sue conseguenze rischia di fare precipitare noi tutt* in un’assoluta cecità ed ottusità politiche tali da creare una grande e grave distanza tra questi “corpi”, in quanto rischia di vanificare gli sforzi che moltissim* tra noi hannocompiuto e compiono quotidianamente per aprire  e  mantenere dall’interno un dialogo ed un’interazione civili e di confronto costruttivo, partendo sempre e comunque da una percezione “intelligente” di chi siamo e rappresentiamo come militanti  “pensanti” e di quali siano i nostri “veri” obbiettivi, con conseguente forza e visibilità politica e pubblica preziosa per tutt*  noi.  
Mariagrazia “Migi”  Pecoraro – Bologna  e Marcella Pirrone – Bolzano

Esprimo tutta la mia solidarietà e mando un forte abbraccio a Graziella!
Andrea Sappino

Ciao Graziella
So che è già stato mandato il comunicato nazionale, ma volevo anche farti arrivare la nostra solidarietà ed appoggio anche da Bologna.
Se hai bisogno per qualsiasi cosa, non esitare a contattarci!
Un abbraccio
Alessandro (Cobas Bologna)

Cara Graziella,
Ti scrivo per manifestarti tutta la mia solidarieta per i fatti di Bologna, solidarietá umana e solidarieta politica. Non mi sono stupito al sapere cosa era successo, me lo aspettavo.
Le tue idee non le hay mai difese da una scrivania, un posto politico o a partire da un riconoscimiento degli altri, le hai sempre difese in prima linea, accanto a chi piú soffre la emarginazione e l´esclusione, pagando in prima persona.
Era inevitabile l´intervento della polizía, era inevitabile che i movimenti fossero infiltrati, addomesticati,  pronti a diffamare.
Ricordiamo Genova, ricordiamo posizioni della polizía e autoritá di fronte a fatti violenti, e come non ricordare la proposta di schedatura di bambini in base ad appartenenza razziale.
Si é vero, i tempi sono cambiati, non per questo cambiano i valori, non per questo debbono cambiare le posizioni, non per questo quello che ieri era buono oggi é cattivo.
Giorni fa leggevo uno degli ultimi scritti di Freire nei quali diceva che nella sostanza nulla era cambiato negli ultimi trenta anni in relazione alle lotte sociali, o meglio in relazione alle cose giuste per le cuali si lotta.
Me lo aspettavo perché chi sceglie veramente il cammino della coerenza nella ricerca di una societá includente y tollerante prima o poi sará oggetto di violenza, prima o poi sará tradito, prima o poi….. C´é un proverbio che dice che chi si mette a cristo prima o poi sará crocefisso.
Cara Grazziella, la sofferenza che deriva dal portare avanti le proprie idee con coerenza non é inutile, deve prepararci per lotte future.
Al sapere quanto é succeso due sentimenti contrapposti mi hanno pervaso, uno di vergogna e tristezza  e un altro di orgoglio. Vergogna e tristezza per un Italia che ogni giorno, da lontano, mi sembra piú un italietta di pasoliniano ricordo e di orgoglio per avere una sorella che questa italietta la combatte in modo coherente.
Un bacio
Tuo fratello Luciano
Salcedo - Repubblica Domenicana
 
Solidarietà a Graziella Bertozzo e a Facciamo Breccia
Care compagne, cari compagni,
abbiamo appreso con estrema preoccupazione la notizia dell'epilogo del Bologna pride del 28 Giugno.
I fatti occorsi alla nostra compagna Graziella Bertozzo ci rendono furibonde, tanto più perché accaduto durante una manifestazione pacifica del movimento LGBT.
Per completezza di informazione aggiungiamo che non abbiamo aderito al pride nazionale perchè non ci siamo riconosciute nei contenuti espressi dal piattaforma rivendicativa, ancora incentrata sulla rivendicazione di diritti egualitari e familistici.  Ancora una volta la famiglia viene posta al centro dell'interesse acritico dimenticando che proprio la famiglia invece è il luogo della oppressione delle donne e dei bambini: di soggetti che questa società vuole deboli a tutti i costi. A furia di rincorrere la normalità degli eterosessuali a scapito della ricchezza delle nostre diversità, accettiamo di farci normare da leggi fasciste e discriminatorie. E stavolta veramente non ci sembra "normale" che il servizio d'ordine del pride fosse coadiuvato da poliziotti in borghese e in divisa, scelta mai vista prima d'ora.
L'applicazione di un "pacchetto di sicurezza" ad una manifestazione pacifica come è e come sempre è stato il Gay pride, appare incomprensibile se non inquadrata nell'ottica di un disegno omologante portato avanti da chi forse intende affossare la voce e i contenuti delle diversità. E non ci riconosciamo neanche nel festoso e gioioso: il Pride è per noi un momento politico prima di tutto, dove le diverse realtà si rappresentano politicamente nel modo che più corrisponde loro.
Conosciamo il valore politico e la schiettezza intellettuale di Graziella Bertozzo, siamo felici di avere condiviso con lei pezzi dei nostri percorsi politici e pur nelle diversità delle pratiche spesso espresse (noi siamo separatiste irriducibili), ci siamo sempre confrontate e rispettate.
Abbiamo visto Graziella al Roma Pride, abbiamo condiviso la comunicazione politica operata da lei e da altre/i compagne/i in Piazza San Pietro, sappiamo che non è stata violenta, come sappiamo che la violenza non è uno strumento che appartiene a Bertozzo.
Ci chiediamo se le nostre divergenze a proposito delle varie forme della politica  debbano da ora innanzi essere risolte a colpi di polizia: crediamo proprio di no. E' per questo che esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Graziella e chiediamo agli organizzatori  (e usiamo non a caso solo il maschile) che si assumano la responsabilità dell'accaduto e operino tutto quanto in loro potere per porre rimedio ad una vergognosa condotta.
E per capirci fino in fondo diciamo che è anche possibile organizzare una scaletta di interventi, privilegiare solo gli organizzatori e le organizzatrici o chi ha aderito, ma non crediamo giusto ridurre al silenzio il dissenso attraverso strumenti antichi e fascisti che veramente pensiamo non possano essere contenuti nel nostro DNA.
Tutta la nostra disponibilità per una corretta e rapida soluzione alla vicenda giudiziaria toccata a Bertozzo, tutta la nostra condanna a chi non sa scommettere su forme di democrazia da costruire e discutere costantemente insieme.
Saluti lesbici
COORDINAMENTO LESBICHE ROMANE

L'arresto di Graziella Bertozzo, sollecitato e provocato durante il Pride di Bologna dalle stesse persone che dovrebbero avere a cuore la nostra libertà di esprimerci e di essere, ci fa considerare il 28 giugno 2008 come una data vergognosa nella storia del movimento lgbt in Italia, piuttosto che come motivo di orgoglio.
Esprimiamo la nostra solidarietà a Graziella, una lesbica di cui invece ci sentiamo orgogliose, e ci dichiariamo disgustate dai comunicati emessi dal Comitato Bologna Pride e dai dirigenti di Arcigay e Arcilesbica successivamente al gravissimo episodio accaduto; comunicati nei quali, al posto delle doverose scuse e dell'impegno per riparare il danno arrecato ad una militante del nostro movimento, abbiamo trovato un atteggiamento ancora più aggressivo, arrogante e diffamatorio.
Tutta la nostra solidarietà anche alla rete di "Facciamo Breccia", ingiustamente criminalizzata e messa al bando da una politica indegna di questo nome.
Lesbiche Antifasciste in Italia

Ero presente al Pride di sabato anche se non ho assistito direttamente ai fatti. Mi unisco ovviamente alla solidarietà a Graziella. Le considerazioni, anche un pò "scomode" da fare sul clima generale che si respira su questi temi sarebbero tante. Mi limito solo a dire che ieri - tirando il dibattito e gli interventi per le lunghe sulle delibere precedenti - nel consiglio comunale di Prato, il PD ha di fatto impedito la discussione di un odg sulle coppie di fatto e quindi anche un confronto sui fatti di Bologna...lascio a voi ogni commento e riflessione
Leonardo Becheri

In merito al fermo di Graziella Bertozzo durante il Gaypride. Senza sapere cosa fosse successo con precisione, se non le scarse notizie annunciate dal palco durante la manifestazione, davanti all'intera Staff di AGAPE riunita a Firenze il giorno dopo, ho scommesso che il casino l'aveva creato qualche solerte organizzatore del Pride, che non volendo far salire la Bertozzo sul palco "avrà sollecitato l'intervento delle falangi armate".
Le notizie di oggi mi danno conferma. Conosco Graziella da una vita e da una vita conosco l'Arcigay, di cui posso tranquillamente dire che se non sono tra i fondatori, sono di certo tra quelli "storici", essendo stato militante e dirigente di quella organizzazione sin dal 1985. Fino all'ultimo congresso, tenutosi l'anno scorso.
So quanto prezioso sia stato in tutti questi anni il contributo di Graziella a partire dall'esperienza come Segretaria di Arcigay-Arcilesbica e so quale immenso tributo ha pagato in quegli anni, in cui i militanti più visibili avevano la vita stravolta, senza il benchè minimo miraggio di un seggio nemmeno in un consiglio circoscrizionale.
La grande delusione ha portato Graziella ed altri compagni a militare in movimenti che percorrono metodi e strategie diverse da quelle di Arcigay, forse non sempre condivisibili, ma di certo, a mio avviso, negli ultimi anni, più incisivi (si potrebbe obiettare che ci vuole poco). C'è da chiedersi allora quale sia la politica dell'Arcigay negli ultimi anni, anche a fronte dei numerosi fallimenti. Fermo restando il sacrificio di chi sta nei circoli, in prima fila, gli organismi nazionali di Arcigay in questo momento sono particolarmente caratterizzati da uno sparuto gruppo di leaderini, nei quali la carenza di esperienza e di preparazione politica e culturale in senso lato ha il suo contraltare nell'infinita arroganza. Servi sciocchi di Mancuso e dei suoi, altro non sono che strumento nelle mani di costoro. Questi ritengo che non abbiano granchè a cuore le sorti del movimento gay e, incapaci di far altro, hanno ben pensato da tempo di buttarsi in politica, ché se il vento continuava a tirare nel verso giusto, un bel posticino in parlamento o, quanto meno, in qualche consiglio regionale non glielo negava nessuno (con annesa pensione).
Purtroppo per il momento le cose non sono andate così. Il cosiddetto centro-sinistra perde e i suoi leader, impegnati nel salvataggio della propria di poltrona, non hanno tempo per mettersi fiori all'occhiello facendo eleggere qualche esponente del movimento, possibilmente di chiara fama televisiva (un grazie comunque a Luxuria, che con l'aiuto di Grillini e qualcun altro in gamba, se l'è cavata molto bene). Nel frattempo, in attesa di tempi migliori, il problema di questi nostri leader non è di fare in modo che il movimento gay conquisti i diritti che ancora ci sono negati, ma fare in modo che il loro astro non venga oscurato da altri.
In consiglio nazionale hanno così fatto piazza pulita di tutti quelli che avevano qualcosa da dire (e, tra essi, immodestamente, anche il sottoscritto), in base al principio secondo il quale va fatto "largo ai giovani". Principio sacrosanto, se valesse per tutti e se fosse supportato, come da me più volte richiesto, da una solida formazione politica dei cosiddetti giovani. Stesse regole, ovviamente, vigono in piazza, luogo di massima visibilità. Nessuno può oscurarli, il palco è blindato, fino al punto di provocare l'intervento della digos contro Graziella; intervento spiegato poi, ipocritamente, alla folla come "un eccesso di zelo" della polizia, "una errata interpretazione". Di che?
Anche al gay pride la polizia ha le regole di ingaggio? E chi le detta, il comitato organizzatore? Mancuso, Patanè? Chiunque è libero di pensare che le mie sono le recriminazioni di un "trombato". Peraltro non si sbaglia. Dal canto mio di trombato devo, però, anche dire che in questo momento esserlo è un grande sollievo e mi evita di condividere il fallimento di una politica che non ho mai condiviso (la politica; il fallimento lo scontiamo tutti) e il contatto ravvicinato con persone che non stimo. Per il resto parlano per me gli interventi dei nostri capetti dal palco: il nulla eterno (ci iscriviamo tutti ad Arcilesbica? Di gran lunga più interessanti gli interventi delle donne e dei trans).
Arcigay resta e sempre sarà una parte di me, così come Graziella alla quale rivolgo la più sentita stima, la mia solidarietà e il mio affetto più grande. Nella mia idea e nella mia esperienza l'Arcigay e persone come Graziella sono enormi risorse, per niente incompatibili.
Leaderini permettendo...
Baci.
Vincenzo Capuano - Napoli
 
Ciao, ho trovato questo indirizzo e-mail su ***
Penso che forse ti ricorderai di me, ti scrissi anche una lettera cartacea praticamente quasi 20 anni fa...
Mi chiamavano Lalla... Ti incontrai la prima volta al Cassero di Bologna nel 90/91 e mi colpì parecchio il tuo modo di parlare e quello che dicevi così ti scrissi, poi ci siamo viste anche a qualche iniziativa di Visibilia in occasione della Settimana Lesbica in un locale in Via Massarenti una sera mi pare, che parlammo anche io e te. Poi ti vidi a Verona nel '95, poi ero anche in altre manifestazioni ma non ti ho vista perché c'era tantissima gente... Facevo parte del collettivo di Bologna Zona Lesbica-Zona Femminista, ma ora non più, non vivo più a Bologna dal 2002, ma a Imola e ho fatto altre scelte, sicuramente più individualiste, ma lo stesso seguo ciò che accade.
Immagino tu non stia bene e che sarai incazzata nera, lo sono anche io figurati tu! Hai tutta la mia soliderietà e quella di Marcella, la mia compagna che per prima mi ha dato notizia di quanto era successo poco prima a conclusione del Pride. Avevo anche inviato un messaggio tramite il forum di ellexelle ad elenab, cioè Elena Biagini, che ha scritto anche lì quanto avvenuto...
Finché sto incazzata va anche bene, ma il brutto è quando arriva il pianto che sembra che non ci sia possibilità di agire e reagire per cambiare veramente le cose, forse a te che sei molto impegnata questo non succede, o almeno lo spero. A volte fa anche bene piangere, ma mi toglie forza. Insomma, è una mail così, non tanto confortante, ma perché dovrebbe esserlo! Che mondo di merda! Se posso fare qualcosa, dimmelo.
Un forte abbraccio
Laura

Il Laboratorio Crash! dà la sua solidarietà a Graziella Bertozzo, attivista di Facciamo Breccia che il 28 giugno, a conclusione del Bologna Pride è stata fermata, portata in questura e denunciata.
A provocare tutto questo è stato il suo tentativo di raggiungere il blindatissimo palco del Pride, dove altri/e attivisti/e stavano srotolando uno striscione utilizzato durante un'azione compiuta poco prima. Un'azione che, andando a toccare un luogo importante come il Cassero di Porta Saragozza, era riuscita a comunicare la voglia del movimento glbtq di non tornare indietro, di riprendersi tutti quegli spazi che le istituzioni stanno cercando di chiudere, favorendo la crescita di una cultura omofoba oltre che razzista.
La nostra solidarietà va a chi ogni giorno, rivendicando anche il proprio percorso antifascista, si oppone a questo imbarbarimento, a chi non si stanca mai di ripetere che vuole decidere da sola/o cosa fare del proprio corpo, a chi non accetta la crescente vaticanizzazzione della
società!
Siamo tutte/i con Graziella!
Laboratorio Crash! - Bologna

Il Collettivo8marzo esprime sdegno e preoccupazione per il gravissimo atto perpetrato nei confronti di Graziella Bertozzo, attivista di Facciamo Breccia, in occasione del Pride di Bologna tenutosi sabato 28 giugno. L’episodio, che rappresenta un serio attacco all’esercizio della democrazia, rivela una esplicita volontà intimidatoria verso Graziella e verso chi, come lei, si oppone ai poteri forti in difesa dei diritti e della dignità delle persone. Pertanto condanniamo con fermezza quanto accaduto e manifestiamo piena solidarietà, amicizia e stima a Graziella che possa proseguire nel suo prezioso impegno di sempre.
Collettivo8marzo - Firenze

Solidarietà a Graziella Bertozzo anche da parte mia. Quanto avvenuto a Bologna è gravissimo e mette in luce la spaccatura profondissima che si e' creata all'interno del movimento glbt italiano. Mi auguro che questo strappo si possa in qualche modo ricucire e che il Comitato Bologna Pride si assuma le proprie responsabilita', favorendo una tempestiva soluzione della triste vicenda.
A Graziella la mia disponibilita' per organizzare una raccolta fondi per affrontare le spese giudiziarie.
Gabriella Romano

Un ennesimo episodio che ci costringe a vergognarci di vivere in questo paese. Cara Graziella ti sono vicina.
Maria Pia Simonetti
Presidente del circolo valdostano di legambiente


Cara Compagna, mi permetto di chiamarti così perchè lo sento profondamente, mi chiamo Alessio Zani e sono uno studente di 21 anni.
Volevo prima di tutto esprimerti la mia profonda solidarietà e affetto per quanto è accaduto alla fine del pride bolognese, sono rimasto scosso ma non sorpreso.
Ero presente anch'io al pride (non al momento dell'accaduto), e più seguivo il corteo e più mi rattristavo. Vedere tutta quella gente che canta e balla, ignara e indifferente di quello che si sta preparando. Anche le lesbiche e i gay berlinesi tra gli anni 20 e 30 cantavano e ballavano nei loro pub e cafè indifferenti, se non complici di quello che stava crescendo. Poi sappiamo purtroppo come è andata a finire.Oggi mi sembra di vivere la stessa cosa.
Volevo dirti un grande GRAZIE! a te a tutti i tuoi compagni di Facciamo Breccia perchè finalmente sta nascendo un Movimento LGBTQ con la "M" maiuscola, e visto tutti gli attestati di solidarietà che ti stanno arrivando sarà un grande Movimento. Vi prego però di non mollare e di non farvi intimidire da quegli affaristi speculatori di Arcigay e Arcilesbica.
Sono di Malcesine sul lago di Garda, anche se attualmente studio e lavoro in Francia.
Spesso partecipo alle azioni di lotta di una associazione che si chaima Act up paris (http://www.actupparis.org), una organizzazione all'inizio solo di sieropositivi, prevalentemente LGBTQ ma con diversi etero. Appunto, tanti anni fa si occupava solo di diritti delle persone sieropositive, oggi si occupa anche di lotta contro l'omofobia, contro il fascismo (che sta diventando un problema anche in francia) di femminismo, transessualità, diritti degli immigrati, dei delle prostitute/i.. cioè di fare la sinistra! Là dove la sinistra non esiste più ed il movimento omosessuale si è istituzionalizzato e bada solo agli affari anche in Francia.
Facciamo Breccia mi ricorda loro, per questo sono contento che ci siate.
In Francia fra i miei compagni di lotta ho fatto girare il vostro video che ho trovato su internet della "presa di san pietro"... sta diventando un cult.
Una cosa vi critico e vi consiglio: le vostre insegne e bandiere. Per i miei gusti sono troppo bianco democrazia cristiana e da associazione cattolica. Io ci metterei più fucsia e più nero. Non il nero fascio, ma il nero che usano gli anarchici e il movimento antifascista internazionale, il nero della rabbia e della lotta; come le nostre di Act up, magari con un simbolo nuovo.
Per finire vorrei ricordarvi che la settimana prossima ci sarà il 14 Luglio, una data importantissima perchè è stata la rivoluzione francese, ma anche una data di vergogna per la mia città di origine, Verona, perchè 13 anni fa sono state approvate, unica città in Europa, delle risoluzioni contro gay e lesbiche. Forse varrebe la pena ricordare quella data.
Finisco con una frase di Act Up che mi piace tanto... Nou sommes la gauche (Noi siamo la sinistra!)
Forza Graziella! Grazie ancora!
Un forte abbraccio
Alessio Zani
Malcesine (Verona) - Paris
 
La Rete QueeRingBo ha cominciato il suo percorso da più di tre mesi; creata partendo da soggettività e collettività che vogliono prendere parola sulle tematiche di genere ha saputo coinvolgere in modo sinergico creatività, politica, energie e voglia di protagonismo.
L’obiettivo, è quello di ‘contaminare’ con i nostri contenuti tutti quegli spazi vitali da noi frequentati, abitati, passeggiati e vissuti.
Negli spazi sociali, nei bar, nelle case, nelle strade vogliamo diffondere cultura queer non strettamente identitaria contro l’omofobia, non machista, antifascista con le nostre modalità comunicative ed inclusive.
Ci siamo riunit*, abbiamo discusso, ci siamo sperimentat* in iniziative comunicreative pubbliche; presentat* al pubblico per la prima volta il 25 aprile all’interno dell’iniziativa ‘Festa della Resistenza Popolare’ in piazza dell’Unità, abbiamo continuato con una due giorni contro l’omofobia (Genital Hospital) per le strade e le piazze bolognesi, abbiamo denunciato con un presidio quei farmacisti che, in un esercizio pubblico, rifiutano di vendere la ‘pillola del giorno dopo’ dichiarandosi impropriamente obbiettori di coscienza, ci siamo incontrati con centinaia
di persone facendo banchetti informativi e creando momenti ludico ricreativi negli spazi sociali.
Costruire relazioni e aggregare individualità e gruppi anche distanti o in contrasto fra loro focalizzando gli obiettivi comuni: questo l’intento.
Per noi partecipare al Pride nazionale come rete QueeringBo, portando i nostri corpi e le nostre idee, è stato un’ulteriore sperimentazione del nostro vivere la città e di comunicare; questo passaggio è stato reso difficile a causa dell’opposizione dell’Arcigay e della sua vuota pretesa di rappresentare il movimento LGBTQ a Bologna.
Fin dall’inizio siamo stati censurati quando abbiamo provato ad inserire i nostri contenuti nella piattaforma di rivendicazione ufficiale; sono stati esclusi due camion su tre di quelli che facevano parte della spezzone Queeringbo, nel tentativo di diminuire la nostra visibilità (esclusione rientrata ad una settimana dal pride, solo dopo vivaci proteste da parte nostra); abbiamo dovuto assistere al montare di assurde voci infondate a cui gli organizzatori e questura davano credibilità, di possibili attacchi ai bancomat e vetrine o di camion kamikaze dei centri sociali che avrebbero tentato di inserirsi abusivamente nel corteo.
Insomma ci siamo trovati di fronte ad un Arcigay più attento agli equilibri del partito che alle diverse istanze del movimento LGBTQ, più attento alla tessera che alla reale partecipazione dal basso (migliaia di persone hanno sfilato senza tessere in tasca).
A fine corteo abbiamo assistito ad un ignobile ‘disguido’ in piazza VIII agosto dove una nota attivista del movimento LGBTQ, ora nel coordinamento Facciamo Breccia a cui va tutta la nostra solidarietà, è stata spintonata e ammanettata dalla polizia (chiamata dagli organizzatori!), trattenuta per tre ore in questura e denunciata, perché cercava di accedere alla zona palco senza il pass e neanche la tessera!!
Abbiamo visto alla fine del corteo la polizia schierarsi senza alcun motivo contro il carro Queeringbo e cercare di portarsi via uno di noi.
Per aver voluto dare continuità alla nostra giornata di lotta, autorganizzando una festa gratuita e senza tessere, abbiamo subito la repressione di centinaia di poliziotti e carabinieri in assetto
antisommossa che ci hanno sgomberato da un campo adiacente al parco Nord solitamente usato come parcheggio. Nel frattempo gli ‘amici’organizzatori concludevano il loro pride business a suon di quattrini (15 euro l’entrata) ponendoci il problema in termini esclusivamente economici: ‘se voi fate una festa gratis noi non guadagniamo abbastanza, potremmo non rientrarci con le spese!’.
Hanno preferito rinchiudersi nel loro ghetto dorato del palanord mentre circa 300 partecipanti alla tre giorni ‘gods of metal’ (che si teneva all’arena parco nord) hanno sfilato per ben tre volte davanti all’entrata con braccia tese e cori del tipo ‘chi non salta un frocio è’, ‘ w la figa’, fra la totale indifferenza dei presenti e delle forze dell’ordine.
Il nostro pride per fortuna non è stato solo questo, abbiamo comunque creato un altro momento di socializzazione e partecipazione dove i nostri contenuti, tra un ‘pacchetto sicurezza’ e un’’infiocchettamento’di porta Saragozza, tra musica e volantini si sono gioiosamente veicolati tra le decine di migliaia di persone presenti.
Continueremo positivamente il nostro percorso, combattendo le discriminazioni da qualsiasi parte vengano, ribadendo che la Laicità è il terreno comune dove far incontrare i modi diversi di sentire, di vivere e di autodeterminarsi.
Liber* di essere
A presto
Queeringbo
 
Comunicato di Azione gay e lesbica
Ribadiamo innanzitutto tutta la nostra solidarietà ed il nostro affetto a Graziella, alla quale siamo legate/i da un lungo percorso politico e personale.
Indipendentemente dalle opinioni che si possono esprimere sull’azione di Facciamo Breccia, questa rete ha portato in piazza un dissenso politico, a cui si doveva rispondere sullo stesso piano, innescando una polemica anche aspra ma evitando di farne un problema di ordine pubblico. Del resto l’apertura di uno striscione sul palco è evidentemente una "provocazione" di natura comunicativa e simbolica.
Riteniamo inaccettabile che sia stata concordata la collaborazione delle forze dell’ordine nella gestione degli spazi interni alla manifestazione e che questa scelta sia stata in seguito rivendicata e giustificata dal comitato organizzatore. Si tratta di una pratica estranea a tutti i movimenti e ai percorsi politici che più ci sono vicini, e che rispecchia a nostro parere un preoccupante segnale di degrado nella cultura del movimento glbt.
Di estrema gravità il fatto che non sia stato condannato l’arresto di Graziella: nessuna riflessione autocritica è stata fatta sull’uso della forza repressiva e sulle umiliazioni ai danni di Graziella, un trattamento prevedibile quando – in Italia – le forze dell’ordine sono chiamate ad intervenire in una situazione pubblica come il Pride.
Viviamo come una ferita l’uso che è stato fatto del linciaggio di una persona, una lesbica, come strumento nella polemica politica. Si tratta di metodi collaudati e diffusi, ma che il movimento glbt deve assolutamente rigettare, se intende ritrovare una credibilità ed una tensione verso "un altro mondo possibile". Il ricorso alla diffamazione (Graziella è stata dipinta come "isterica" e incline a comportamenti "alterati e violenti", per non parlare degli insulti apparsi su blog e siti anche ufficialmente legati ad Arci Gay) sarebbe stato ugualmente grave se si fosse trattato di una sconosciuta: certo però non si può dimenticare che Graziella Bertozzo è da 30 anni un’esponente riconosciuta del movimento e che con la sua visibilità ed il suo coraggio ha contribuito a migliorare la qualità della vita delle giovani generazioni glbt e delle lesbiche in particolare.
Comunicati e documenti contrapposti animano da sempre il dibattito politico; in questo caso non di opinioni soggettive si tratta, ma di fatti che potrebbero essere penalmente rilevanti, ed è stupefacente che sia stato pronunciato (e diffuso a mezzo stampa) un giudizio sommario senza nemmeno curarsi di ascoltare la versione di Graziella e di vari testimoni.
Riteniamo quanto meno singolare che proprio il 28 giugno, giorno in cui il movimento glbt in tutto il mondo ricorda con orgoglio la rivolta di Stonewall e la sua eredità, si sia fatto ricorso con tanta disinvoltura al "supporto" delle forze dell’ordine.
Altro segno di degrado e di imperdonabile smemoratezza ci sembra anche l’uso a man bassa di quel linguaggio psichiatrico e diffamante che è stato usato proprio contro di noi, gay, lesbiche e transessuali, fin da quando siamo diventati/e "oggetto di studio"; né si tratta di un linguaggio superato, dato che negli ultimi anni abbiamo assistito nel nostro paese ad una forte reviviscenza di attacchi da parte di quei settori conservatori, integralisti e fascisti che continuano ad additarci come "malati/e", "devianti" e "disordinati/e".
I fatti accaduti a Bologna il 28 giugno devono a nostro parere innescare una riflessione più ampia possibile sullo stato in cui versa il movimento glbt in Italia; prima di discutere di obiettivi e piattaforme, urge però fare un passo indietro e tentare innanzitutto di ricostruire un codice condiviso, una cultura politica diffusa fatta di pochi elementi irrinunciabili, una cornice comune entro la quale sia possibile tornare a confrontarci in modo anche aspro ma civile.
Azione gay e lesbica - Firenze
 
"indietro non si torna"? La mia impressione è che il nostro paese stia attraversando uno dei suoi momenti più bui e drammatici, una deriva fascista repressiva come non accadeva da anni. Spiace constatare come una parte dello stesso movimento omosessuale scelga di schierarsi con uno stato di polizia che nulla ha a che vedere con i diritti civili.
Spiace constatare che proprio Arcigay abbia deciso di denunciare Graziella Bertozzo, anima del movimento lesbico italiano da sempre. Ex segretaria nazionale senza la quale Arcigay sarebbe rimasto un piccolo movimento come tanti.
Vergogna. La mia indignazione non ha più parole.
Grande Graziella.
Carla Dedola
 
Siamo tutte Graziella
Ho un grande debito personale e politico nei confronti di Graziella. L´ho conosciuta nel 96 quando venne a Brescia per promuovere 'Alziamo la testa'. Era successo che il consiglio comunale di Verona aveva approvato un ordine del giorno in cui si impegnava a non seguire la raccomandazione del parlamento di Strasburgo sulle persone omosessuali. Il livello del dibattito volgare e offensivo oltre ogni dire è immortalato nel bel video prodotto dal circolo Pink.
Dalla rabbia per queste offese gratuite nacque la protesta spontanea, prima in aula e poi fuori: Graziella, Elena Biagini e i compagni del Pink si stesero per terra fermando il traffico e furono arrestati per occupazione di suolo pubblico. Ma grazie a loro, alla passione e all'entusiasmo con cui riuscirono a contagiare moltissime persone, a Verona, per la prima volta il movimento alzò davvero la testa, rivendicando dignità e strategie di resistenza pacifiche ma incisive e convolgenti.
Non a caso il corteo si aprì con lo striscione dei bimbi belli di Verona e delle loro famiglie. Un successo coronato poi dalla sentenza del tribunale che riconobbe le ragioni dell'Associazione condannando il comune di Verona a pagare un risarcimento.
Ho ritrovato due anni dopo Graziella a Firenze quando con Azione Gay e Lesbica ottenne il finanziamento della UE nell'ambito del progetto Daphne per combattere la violenza contro i giovani gay e lesbiche.
Ancora una volta un'idea geniale: formare i formatori perchè la realtà cambi davvero. Da qui i corsi di sensibilizzazione rivolti agli operatori ASL e agli insegnanti, noi come Pianeta Viola collaborammo alla realizzazione di corsi per gli insegnanti e la ricordo come una delle esperienze piu arricchenti e significative.
Nel 2000, anno del World Pride, Graziella si impegnò per la realizzazione della Freccia Lesbica, il treno che da Milano a Bologna a Firenze avrebbe dovuto portare tante lesbiche del movimento a Roma.
Sappiamo tutte com'è andata, ma ho ancora impressa la telefonata in cui mi comunicava, tra i singhiozzi, che era stata costretta ad annullare il treno. C'era tutto il suo dolore e l'impotenza per il fallimento di un sogno condiviso.
Dopo qualche anno è stata tra le promotrici di Facciamo Breccia e non mi sono stupita di vederla fra i tredici coraggiosi che dopo il Pride di Roma hanno aperto gli striscioni di protesta a Piazza San Pietro.
Si fa fatica a credere che questa Pasionaria del movimento timida e schiva sia stata la prima lesbica visibile in Italia, la prima a rivendicarlo in televisione e a coprire cariche importanti nell'ArciGay.
E' per tutto questo che quando dall'Italia, da cui manco da un po' di giorni, hanno iniziato ad arrivare le notizie sul Pride di Bologna non ci volevo credere.
Ero convinta che si fosse trattato di un incidente, che la Polizia sull'onda di quel che sta succedendo nel nostro Paese, avesse deciso di chiudere il cerchio: prima i Rom, poi gli immigrati, infine i gay e le lesbiche.
Ho dovuto leggere il comunicato di Arcigay-Arcilesbica per capire che a chiudere il cerchio, gli spazi, la possibilità di gestire un progetto variegato ma collettivo ci siamo arrivati da soli.
Non è il caso di colpevolizzare più di tanto chi ha gestito con palese inesperienza la situazione; mi chiedo piuttosto quale mandato esplicito o implicito era stato dato.
Quale pericolo oggettivo poteva rappresentare una donna con uno striscione? E' evidente che il problema è un altro.
C'era da difendere la "sacralità" di un palco: in basso il popolo, in alto gli eletti, in mezzo le transenne e il servizio d ordine.
Ai tempi gloriosi delle lotte di popolo il servizio d'ordine era una garanzia democratica, serviva a tenere lontano le squadre fasciste e le provocazioni della polizia, ma tant'è.
Se la paura del dissenso e della irriducidibilità delle nostre idee, dei nostri corpi e dei nostri desideri ci spinge a ricorrere a un potere esterno che premi i buoni e punisca i cattivi è forse il caso di fermarci a riflettere.
Quale tragica ironia chiedere al braccio violento di un potere che non ci riconosce come persone di dirimere un conflitto di pratiche politiche all'interno del movimento.
Con la rivendicazione, a posteriori, della violenza di Stato inflitta a Graziella si è aperta una ferita che solo uno scatto delle coscienze, una riflessione collettiva sul senso del nostro agire potrà contribuire a sanare.
A dicembre quando la Cosa Rossa sembrava ancora un sogno possibile Dominijanni sul Manifesto si lamentava delle derive identitarie liquidando il movimento GLBT come semplice rivendicazione di un pò di laicità e di alcuni diritti. Allora mi arrabbiai, ma forse aveva ragione.
Se il nostro respiro è così corto da non riuscire nemmeno a includere chi vive la nostra stessa emarginazione, come possiamo pensare a un'idea di persona e di umanità che sia sempre più inclusiva e arricchente?
Eppure alcuni segnali positivi ci sono stati e all'ultimo Pride di Roma erano presenti delegazioni di Rom e di immigrati.
Concludo con una preghiera: andate a leggere sul sito di Facciamo Breccia la mail di solidarietà che il fratello di Graziella, da anni volontario in America Latina, le ha inviato.
Per la prospettiva particolare da cui scrive, per la carica di umana solidarietà che riesce a trasmettere; tutte pratiche che da noi sembrano dimenticate ma che dovremmo, umilmente, tornare ad imparare.
Patrizia Colosio
 
Graziella, sono con te!
Un abbraccio alla compagna appassionata e giusta e alla donna libera e che stimo da sempre.
Giulia
 
Cara Graziella, sono in vacanza e solo per poco collegata, ma ho letto di quello che è successo sabato a Bologna e sono sinceramente sconcertata e stupita (?) dei fatti che ti sono accaduti. Sono con te, per quello che ti può servire, non solo come presidente di ARCI, ma anche come Francesca.
Fammi sapere cosa possiamo fare, se lo ritieni opportuno.
In ogni caso ho scritto anche ad Azione...
ciao
Francesca Chiavacci - Presidente ARCI - Firenze
 
Luna e Le Altre esprime grande preoccupazione politica per il grave episodio avvenuto il 28 giugno 2008 in conclusione del Pride di Bologna ai danni di Graziella Bertozzo, e denuncia inoltre le gravi affermazioni e prese di posizione lette nei comunicati stampa del Comitato Bologna Pride (con l'assenza di alcune firme) e di Arcigay/Arcilesbica, in seguito al primo (conciliante) comunicato di Facciamo Breccia.
Isteriche, alterate, aggressive, arroganti, inaffidabili, ubriache… da sempre lesbiche, femministe e donne non omologate vengono così etichettate per evitare che la norma(lità) che minacciano ne venga intaccata. Di nuovo e di inquietante c'è che ad utilizzare questo linguaggio siano stati gli stessi soggetti eccentrici alla norma che compongono il Comitato Bologna Pride e parte del movimento LGBTQ. Soggettività che purtroppo conoscono sulla propria pelle la gravità e l'assurdità di un gesto come quello di consegnare una lesbica nelle mani della polizia. Ha prevalso su tutto, invece, la preoccupazione di mantenere l'ordine e difendere la facciata di una "bella festa".
Sempre nel tentativo di distinguere tra lesbiche buone e lesbiche cattive e di criminalizzare il comportamento di una donna, nei comunicati sono stati resi noti in maniera diffamante nomi e cognomi colpendo personalmente e screditando in modo offensivo e gratuito una compagna attivista del movimento LGBTQ (che è anche una compagna di Luna e Le Altre) a cui va tutta la nostra solidarietà. Un modo per personalizzare un conflitto che è invece tutto politico.
Denunciamo la pratica repressiva attuata che mostra una volontà di appiattimento del conflitto se non della sua criminalizzazione. Ci preoccupa in generale la militarizzazione verso l'interno che si va costruendo nei Pride e alla quale abbiamo assistito anche durante il Roma Pride con la presenza di un servizio d'ordine privato composto da loschi figuri, con maniere da manuale del piccolo fascista e con il sorrisino ammiccante da distribuire ad ogni lesbica e femminista presente.
Non ci sentiamo sicure con chi rivendica la pratica della "non violenza" e poi consegna una lesbica ad un agente della Digos.
Non ci sentiamo sicure con chi dimostra di possedere tutto il vocabolario necessario per esprimere la propria lesbofobia e la propria misoginia.
Non ci sentiamo sicure con chi consegna il famigerato backstage, cioè l'area interna del palco politico di un Pride, alle forze dell'ordine.
Non ci sentiamo sicure con chi persegue fermamente l'obiettivo del mantenimento dell'ordine e dell'ortodossia, preoccupato dell'immagine rassicurante e festosa da offrire in pasto alla società normale.
Non ci sentiamo sicure in questo clima di militarizzazione dei Pride con la presenza di servizi d'ordine rivolti ad individuare/creare il nemico interno.
Tutta la nostra solidarietà a Graziella Bertozzo, ad Elena Biagini ed alle compagne ed ai compagni di Facciamo Breccia.
Roma, 10 luglio 2008
Luna e Le Altre

La sezione di Firenze del Partito Comunista dei Lavoratori esprime la propria solidarietà alla compagna Graziella Bertozzo per i gravi fatti avvenuti a Bologna alla fine del corteo del Gay Pride. Far intervenire la polizia e far arrestare una compagna che oltretutto non stava facendo niente di grave e/o violento (reclamava insieme ad altri uno spazio all’interno della manifestazione dove poter esprimere le proprie idee)  è un comportamento infame ed estraneo alla logica di chi scende in piazza per reclamare i propri diritti.
Purtroppo tra le fila di una certa sinistra è diventato normale chiamare la polizia per impedire a chi porta in piazza posizioni diverse da quelle ufficiali e politicamente corrette. Alcuni militanti del nostro partito alcuni mesi fa sono stati fermati ed identificati dalla digos chiamata dai “compagni” della Sinistra Arcobaleno perché stavano volantinando fuori da una loro iniziativa ma non stavano rispettando i 200 metri di distanza previsti dalla legge per manifestazioni di partiti diversi.
Purtroppo l’involuzione di una certa “sinistra radicale” è arrivata a tanto, non ci resta altro che ripartire da alcuni punti fermi, come per esempio la solidarietà con tutte le vittime della repressione.
PCL Firenze

Tutta la solidarietà e l'affetto possibili alla compagna e amica Graziella di Facciamo Breccia, arrestata lo scorso giugno a Bologna durante il Pride.
L'idiozia di donne e uomini non trova purtroppo mai fine, così come l'egoismo e la miopia politica di certe lesbiche e femministe.
Che ci si vergogni tutte per ogni volta che non si pensa che al proprio "orticello", per ogni volta che non si prende posizione o la si prende solo quando supportate dal consenso
ipocrita delle altre.
Vergogna per quanto è accaduto a Bologna e condanna senza mezzi termini a chi ha permesso che tutto questo accadesse.
controviolenzadonne.org 
 
Tempi bui, questi che viviamo e quelli che ci aspettano se il dissenso  politico in piazza viene indicato, dagli stessi organizzatori del Pride  bolognese, alla attenzione della Polizia di Stato perché intervenga con  i potenti mezzi di cui gode per reprimere fisicamente e arrestare in
piazza una compagna.
Il Comitato organizzatore del Pride, che da un comunicato rivendica la  “necessità” di rivolgersi alla polizia, peraltro in borghese ed evidentemente contigua fisicamente agli/alle organizzatori e  organizzatrici, ha visibilmente mancato uno degli obiettivi che devono
essere assunti da una struttura che organizza una manifestazione  pubblica: la gestione politica del dissenso, trasferendola nelle mani della Polizia e in Tribunale.
La possibilità di esprimere dissenso attraverso un semplice striscione  fa parte di una normale dinamica politica di confronto, chiamare la polizia a  dirimere la situazione fa parte di una pratica che non ci  appartiene, questa sì triste e maschilista.
Beh, se lo sport nazionale è quello di  distorcere la realtà gli  organizzatori del corteo bolognese sono ben  presenti nel gioco del travisamento dei fatti.
Da sempre chi si muove fuori dal coro è accusato di estremismo e di violenza da parte di chi ha scelto di non confliggere con i poteri forti.
Da sempre anche noi abbiamo deciso con chi stare: tutta la nostra solidarietà a Graziella e a Facciamo Breccia!
Car@ compagn@ insieme resisteremo meglio!
Centro Donna L.I.S.A.
Roma
 
Siamo vicine a Graziella con la lotta e con il cuore. La repressione del dissenso e della libera espressione fuori dai schemi o palchi prestabiliti, della finta democrazia, è il segno della società del controllo che vuole normalizzare e disciplinare tutti i corpi che lottano per l'autodeterminazione.
Siamo convinte  che l'attacco ad una storica compagna del movimento lgbtq non sia solo un singolo episodio fonte di un equivoco, ma piuttosto un momento di una strategia ben studiata dal sistema repressivo che vuole bloccare violentemente ogni espressione di conflitto.
Con la rabbia verso chi legittima, copre e sostiene questo sistema di potere, siamo  orgogliose di far parte  insieme a graziella di quella lotta che si oppone ad ogni forma di oppressione.
Collettivo femminista Le Ribellule
 
Che peccato ... che si riproducano in noi, minoranza tra le minoranze, i peggiori schemi della politica "ufficiale" ... quelli che vedono l'impazzare di personaggi (e con loro di associazioni) che si ritengono più rappresentativi di altri per una sorta di ciclo perverso di autolegittimazione.
Che peccato (per loro) che il movimento sia ben più ricco di quanto si ostinano a proporre ai media, tanto più ricco che non sono nemmeno in grado di capirne tutte le anime (e quando ne percepiscono qualcuna "non allineata" non fanno altro che combatterla riproponendosi come unico "verbo").
Che peccato (ma sempre e soltanto per loro) che da decenni uno dei perni di questa ricchezza sia la nostra compagna Graziella Bertozzo.
Alle giovani: se c'è qualcuna che vuole imparare, rivolga il suo sguardo a chi davvero può insegnare. Come te, Graziella.
Marina Genovese e Debora Guma
P.S. La polizia?! VERGOGNA!
 
Una compagna non si consegna alla polizia, mai!
Una compagna non si consegna mai alla polizia e se questo avviene segnala l'avvenuto compimento di un processo di introiezione di pratiche e modalità poliziesche, violente e repressive che purtroppo abbiamo subito già nella piazza romana del Pride, dove inquietanti machi, dotati di spiralico auricolare incorporato,  ci pressavano e provocavano più volte, sin dalla composizione del corteo, per poi esibirsi in assurdi atti di violenza gratuita.
Tutte vogliamo urlare forte il nostro sdegno per la violenza repressiva scatenata contro la compagna Graziella Bertozzo e la pesantissima campagna diffamatoria innescata contro il collettivo Facciamo Breccia. Altrettanto forte vogliamo che arrivi a Graziella e al collettivo Facciamo Breccia tutto il calore del nostro più pieno sostegno politico e umano.
 Riteniamo quanto accaduto a fine Pride bolognese una storia purtroppo vecchia e già vista, ma che per fortuna sappiamo bene ricordare e riconoscere, e proprio per questo ribadiamo che non si è trattato affatto di un incidente o un errore di gestione per eccesso di zelo o per mancata esperienza, ma piuttosto dell’ennesimo episodio di soffocamento delle nostre lotte e delle nostre voci, ogni volta che affermano parole di libertà e cambiamento.
Da sempre clero, partiti, politici, sindacati concertativi e polizia tentano di spegnere le lotte e colpiscono, personalmente e politicamente, chi le porta avanti, etichettando, isolando e reprimendo chi osa mettere in discussione gli spazi di privilegio ottenuti in cambio dell’impegno a farsi rappresentanti di istanze svuotate di potenziale trasformativo, a farsi moderatori e controllori di toni e questioni affinché siano compatibili con il sistema, affinché nulla turbi o “sfori” gli equilibri e le dinamiche dell’integrazione (concepita come unica prospettiva alternativa a deportazione e colonizzazione) nel sistema stesso che deve autoriprodursi.
Noi, pur subendo l'oppressione di questo sistema di dominio, vogliamo rimanere fuori da queste logiche e gioiamo per ogni breccia e ogni falla che vediamo aprirsi o allargarsi. Abbiamo provato disgusto e rabbia nel leggere il comunicato firmato da Paola Brandolini, Lorenzo "Q" Griffi, Elisa Manici, Flavia Maraschi; Flavio Romani e Emiliano Zaino del Direttivo Comitato Bologna Pride e quello a firma di Aurelio Mancuso, Presidente nazionale di Arcigay e Francesca Polo, Presidente nazionale di Arcilesbica. Non sarà più tanto facile per costoro dopo il 28 giugno 2008 riaggiustarsi la maschera e non sarà convincente d'ora in poi, argomentare che la gioiosità, qualunque abominio accada, sia sempre la forma di lotta più opportuna. Pensiamo al Pride romano, umiliato dalla negazione della piazza richiesta dal movimento LGBT e alle sue pantomime di matrimoni in bianco e nero che ci avviliscono rispetto alla nostra contestazione radicale dell'istituzione familista fondata sul contratto matrimoniale e alla nostra propensione per la libertà fatta di mille colori.
L'assemblea romana delle femministe e lesbiche continuerà a lottare e a danzare, ma in un’unica direzione: quella della trasformazione e del cambiamento, contro ogni sessismo, razzismo e fascismo!
Assemblea Romana di femministe e lesbiche
 
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