Firenze, 23 Maggio 2007
L’Assemblea dei Lavoratori in Appalto dell’Università di Firenze aderisce alla mobilitazione e seminario per denunciare l’alleanza fra politiche neoliberiste e le gerarchie vaticane. Con questo documento intendiamo manifestare il completo appoggio ai movimenti contro l’intromissione vaticana nelle iniziative legislative atte a decidere sulle regolamentazioni per le unioni fra esseri umani. Troppo spesso prese di posizione estreme e contro ogni logica umana sono state perpetrate dalla Chiesa cattolica, per poterne immaginare ancora la presenza in fasi decisionali riguardanti la famiglia. Contro ogni modello imposto quindi alziamo la nostra voce, contro chi ci vuol dire qual è il modo giusto per affrontare la vita in generale e quella di coppia in particolare. Chiediamo ancora di vederci riconosciuti i diritti alla vita libera, diritti uguali per tutti, come si conviene ad uno stato che si professa laico. Ci si confronti chiaramente quindi in dibattiti che abbiano come scopo principale quello di una migliore vita sociale, considerando le innumerevoli e crescenti differenze fra persona e persona, senza criminalizzare chi ha idee non conformi alle “regole” conservatrici, cosa che avviene troppo spesso anche se posta in termini insospettabili. Legiferare e pretendere azioni sulla vita di coppia, da parte di chi la vita di coppia non conosce non è più ammissibile. E’ il momento che qualcosa cambi, avanzi cioè verso nuove ideologie che sono già qua da tempo e non si può pensare che non esistano o di evitarle, girandosi dall’altra parte. Lasciare emergere il volere popolare e non formarlo o plasmarlo attraverso falsi consigli ripetuti che tendono a diventare legge. Questo auspichiamo possa avvenire in tempi brevi, ma perché ciò avvenga, i primi a togliere lo scettro del potere all’alleanza politico-ecclesiastica dobbiamo essere noi, ignorandone o boicottandone le iniziative o partecipandovi per contestarle.
L’Assemblea dei Lavoratori in Appaltodell’Università di Firenze
Per l’autodeterminazione di tutte e di tutti, per il riconoscimento dei diritti di una “normale complessità” delle persone e delle relazioniil “Comitato promotore di una sinistra unita e plurale” invita a partecipare alla manifestazione PALALAIKA sabato 26 maggio alle 11 in piazza Adua.
A noi, più che di famiglia, piace parlare di persone, di esseri umani che, in quanto tali, nascono e crescono attraverso le relazioni sociali che, nel corso della loro vita, tessono con altre persone e che, quando tutto funziona, possono fare le proprie scelte in libertà per cercare di essere chi vogliono essere. Da qualche tempo, invece, viene continuamente ripetuta la parola FAMIGLIA come alternativa, o peggio, in conflitto con le persone, tutte uniche ed irripetibili. Quando si dice e si agita il concetto di famiglia, immancabilmente, il pensiero corre alle immagini che ci vengono proposte da molte pubblicità: si tratta di una famiglia di persone generalmente piuttosto giovani, rigidamente formata da bianchi , autoctoni, sorridente, con belle case e belle automobili con le quali il papà accompagna a scuola i bambini (tanti bambini! Per inciso ricordiamoci che siamo un paese in netto calo demografico) salutando gioiosamente la moglie che rimane sulla porta di casa perché, lei, in casa rimarrà ad occuparsi di tutto ciò che le è congeniale in quanto donna: la spesa, il cibo, le pulizie, il giardino, l'organizzazione delle feste di compleanno e così via; continuando con un tripudio di presentazione di donne che si contendono violentemente una scatola del famoso detersivo, portentoso per i "bianchi e i colorati" o una scopa magica che, come nel classico cartone della Disney "Topolino apprendista stregone", spazza e pulisce tutta la casa da sola. Sappiamo bene che queste possono sembrare esagerazioni, ma proviamo allora a capire perché questa parola, FAMIGLIA, viene oggi così ossessivamente ripetuta e perché le persone che, consapevolmente, vogliono (o vorrebbero) fare le loro scelte sembrano incutere paura, come le donne che vogliono autodeterminarsi in fatto di maternità. L’interruzione delle gravidanze non scelte è stato paragonata recentemente dalle gerarchie ecclesiastiche al terrorismo e i gay e le lesbiche sono ritornati ad essere soggetti inaffidabili, che compiono scelte contro natura, tanto da essere tenuti lontani e lontane dal megaconvegno sulla famiglia (al singolare: famiglia, appunto, e non famiglie) che si terrà a Firenze, organizzato, manco a dirlo, dal Ministero della FAMIGLIA! Che fine hanno fatto quelle interessanti elaborazioni sulla complessità della società o sul valore della diversità se tutto viene ricondotto ad un unico modello al di fuori del quale regna il caos, il disordine e perfino l'abiezione morale se è vero, come purtroppo è vero, che c'è chi ha detto che riconoscere diritti alle persone dello stesso sesso che si amano e che condividono un progetto di vita insieme avrebbe aperto le porte alla legalizzazione della pedofilia!? Ciò che ci interessa è reagire a questo che, oggettivamente, è un pericoloso ritorno indietro sul piano politico, certo, ma anche culturale e si configura come un ulteriore distacco della società civile dal mondo della politica, sempre meno reattiva di fronte alle incursioni di una gerarchia ecclesiastica che si affida sempre più ai dogmi e alle scritture per interpretare il mondo e la variegata umanità che lo abita. Siamo gente ancora convinta che quando vi sono diritti "minori" per qualcuno c'è qualcosa che non funziona e che va corretto perché significa che, per qualcuno, c'è meno libertà e quel qualcuno può sempre variare ed aumentare di numero a seconda delle ideologie dei governanti. Non vogliamo ora attardarci sul significato profondo di un termine come democrazia compiuta e partecipata, ma è evidente che se qualcuno è costretto a rimanere indietro sul piano dei diritti che non sono appannaggio di gruppi più o meno grandi, ma delle persone, ciò significa che per qualcuno sarà molto difficile partecipare e contare, a meno che il concetto di democrazia non si risolva tutto, ogni qualche anno, nel mettere una scheda nell'urna elettorale. Non è assolutamente nostra intenzione essere apocalittici, tuttavia non dimentichiamo e non vorremmo che fosse mai dimenticato che la paura del "diverso" non ha mai portato a progressi per l'umanità. Anzi ha prodotto, in certi periodi bui della nostra storia, immani tragedie e stermini di interi popoli. Solo politiche di inclusione sociale ci possono tenere tutti e tutte al riparo da discriminazioni, negazione di diritti, emarginazione sociale. Per queste e mille altre ragioni le persone che si sono incontrate alle case del popolo di Vie Nuove e poi del Campino e che hanno voglia di dire e di fare delle cose laiche e di sinistra, manifesteranno insieme nei giorni in cui si terrà a Firenze il convegno nazionale sulla famiglia, pacificamente e perfino gioiosamente, orgogliose delle proprie diversità, storie, percorsi di vita, ma convinte di essere molto più vicine al mondo e alla società, quella vera e non quella immaginata o desiderata, di quanto non lo sia chi, discriminando, pensa semplicemente di rimuovere il "problema" della complessità. Le cose non sono "semplici e normali" così come sono state definite le famiglie che hanno manifestato a Roma il 12 maggio: o ci si predispone ad accettare la complessità e a governarla oppure essa ritornerà sempre, continuamente, a farsi viva e non più come opportunità, ma come problema. E noi non siamo e non vogliamo essere un problema ma una parte del mondo che vuole essere semplicemente e“normalmente” ascoltata.
Firenze 23 maggio 2007 Comitato promotore per la sinistra unita e plurale, Firenze http://www.xlasinistradellunione.it
Ufficio Stampa - Comune di Firenze Palazzo Vecchio - P.za Signoria, 1 - 50122 Firenze Tel. 055 276 8075 - Fax 055 276 8282 COMUNICATO STAMPA
Firenze, 23 Maggio 2007
DOMANI SI APRE A FIRENZE LA TRE GIORNI "NORME NORMALI"
Per l'autodeterminazione di tutte e di tutti, per superare l'ambiguità del termine "famiglia naturale", per rivendicare l'urgenza di scelte laiche. Questi alcuni dei concetti alla base di "Norme Normali", una serie di iniziative che si svolgeranno a Firenze parallelamente alla conferenza sulla famiglia organizzata dal ministro Rosy Bindi dal 24 al 26 maggio a Palazzo Vecchio. La manifestazione, organizzata dal comitato cittadino "Facciamo Breccia" è stata presentata questa mattina dai consiglieri Luca Pettini(Pdc), Leonardo Pieri (Prc), Ornella de Zordo (Unaltracitta/Unaltromondo), Gregorio Malavolti (Sd) e dal presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini (Sd) che aderiscono al "comitato fiorentino per una sinistra unita e plurale", promotore assieme ad altre associazioni e movimenti dell'iniziativa. Le manifestazioni si apriranno domani sera con un aperitivo presso la casa del popolo di Settignano per poi proseguire venerdì con una giornata seminariale presso la casa del popolo Arci 25 aprile dal titolo "L'uso della famiglia naturale ai tempi del neoliberismo". La tre giorni di iniziative si concluderà sabato, con la manifestazione "Palalaika" davanti al Palacongressi di Firenze. «Queste iniziative vogliono essere una risposta alla conferenza organizzata dal ministro per le politiche sulla famiglia Rosy Bindi - ha spiegato il consigliere Luca Pettini-. Vorremmo soprattutto sottolineare quanto ideologico è il concetto di famiglia che non corrisponde all'evoluzione attuale della società italiana. A tal proposito - ha proseguito Pettini - vorrei riportare alcuni dati che si riferiscono alla città di Firenze dove la percentuale più alta, il 43%, è quella delle famiglie composte da una sola persona seguita dalle famiglie composte da due persone al 26,4 %. Sempre a Firenze il numero dei non coniugati supera, con il 59,4%, i coniugati, fermi al 40%. Questi dati, che si riferiscono a Firenze ma che possono essere facilmente riportati alla situazione nazionale, dimostrano come il significato del termine famiglia normale non sia più adatto alla società in cui viviamo». «In questi giorni - ha aggiunto Ornella De Zordo - ci saranno una serie di approfondimenti e iniziative dove cercheremo di domandarci se può essere utilizzato ancora oggi il termine di famiglia naturale. Il paese sta cambiando, sta andando verso altre direzioni - ha sottolineato - e questa tre giorni sarà una risposta collettiva a queste esigenze di laicità che coinvolgono i diritti delle persone". «Mi appello soprattutto ai giovani - ha concluso Leonardo Pieri - che sono più sensibili a certe tematiche, a partecipare a queste iniziative portando propri contributi e idee». (fn)
GIOVANI COMUNISTE/I FEDERAZIONE DI FOGGIA
Comunicato Stampa “Diversi da chi? Uguali a chi?”
Il Coordinamento delle/dei Giovani Comuniste/i della Federazione di Foggia aderisce e sostiene convintamene la giornata internazionale contro l’omofobia - 17 maggio 2007. Il 17 maggio è una giornata simbolica per la comunità GLBTQ (Gay, Lesbica, Bisessuale, Trans/gender e Queer) di tutto il mondo. Fu in questa data che nel 1990 l'Assemblea Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) cancellò l'omosessualità dall'elenco delle malattie mentali. Un evento importantissimo in particolare in questo periodo in cui assistiamo al riemergere di mistificazioni e discriminazioni della peggiore specie. I fatti di cronaca che leggiamo sui quotidiani non sono che la punta dell’iceberg: - bambine e bambini si insultano tra loro con appellativi come “gay”, “finocchio” e “frocio” fin dalla scuola elementare - il bullismo antigay è in aumento - le discriminazioni subite dai e dalle giovani portano spesso a problemi psicologici gravi e anche al suicidio come abbiamo avuto modo di apprendere drammaticamente dalla vicenda del ragazzo di Torino. - persone transessuali non riescono a trovare lavoro e gli e le omosessuali sono spesso costretti a tenere nascosto il loro orientamento sessuale perché il loro contratto venga rinnovato - sono frequenti stupri punitivi, percosse e omicidi - a questo si aggiunge la discriminazione istituzionalizzata che priva di elementari diritti civili persone innamorate di altre persone dello stesso sesso. Ribadiamo con forza la netta condanna verso l’omofobia e l’intolleranza dilagante. Le/i Giovani Comuniste/i sottoscrivono la proposta di istituire al più presto anche in Italia la Giornata nazionale contro l’omofobia, ma non basta: riteniamo che questa situazione sia gravissima ed inaccettabile e che per questo si debba agire con urgenza e autorevolezza in tutte le sedi per invertire la rotta! Riteniamo importante sostenere e condividere battaglie di civiltà e per la libertà al fine di costruire dal basso un mondo diverso che garantisca cittadinanza a tutte/i senza nessuna distinzione di genere, orientamento sessuale, di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Foggia, lì 15 maggio 2007 Il Coordinatore Provinciale delle/dei Giovani Comuniste/i della Federazione di Foggia Francesco FORTINGUERRA Scarica il comunicato
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