Il Family Day, convocato nell’anniversario del Referendum sul divorzio, è l’espressione di un pericoloso arretramento sul piano dei diritti e dell’autodeterminazione fortemente voluto dalle gerarchie vaticane e dalla destra neofascista, e legittimato da una classe politica inetta e genuflessa.

In linea con questo contrattacco teo-oscurantista si pone anche la prima ‘Conferenza Nazionalesulla Famiglia’ organizzata dal Ministero della Famiglia che si terrà a Firenze dal 24 al 26 maggio. Col pretesto di mettere la famiglia al centro del dibattito politico e delle iniziative legislative si sta in realtà aprendo la strada ad un attacco senza precedenti in nome della tradizione più becera: quella che vorrebbe ricondurre la sessualità alla riproduzione – alla faccia di trent’anni di lotta del movimento delle donne! – stigmatizzando tutte le forme di relazione che non corrispondono al modello di stampo clerico-fascista.

In questa involuzione apertamente reazionaria si delineano politiche che mirano ad ingabbiare di nuovo le donne nel ruolo domestico di cura e riproduzione e, al contempo, a negare cittadinanza a tutte le soggettività che vogliono autodeterminarsi. I diritti già acquisiti – come, ad esempio, quello all’interruzione volontaria di gravidanza – vengono atrofizzati e criminalizzati e, al contempo, viene negato ogni spazio di laicità per l’elaborazione di una nuova generazione di diritti, oggi più che mai necessaria.

Questo processo risponde pienamente al progetto neoliberista di smantellamento dello stato sociale, imposto a livello mondiale dal WTO e tradotto in Europa dalla direttiva Bolkestein, da cui deriva la necessità di riportare tutto il lavoro di cura all'interno della famiglia e quindi sulle spalle delle donne.

La Conferenza ministeriale sulla famiglia, lanciata in concomitanza con la convocazione del Family Day pur dicendosene autonoma, è una chiara risposta alla istanze politiche di tutte le soggettività non conformi al modello sociale etero-patriarcale, proclamato come unico dagli integralisti nostrani. Le parole del ministro Rosy Bindi sono chiare: «Ci vogliamo occupare delle famiglie semplici, delle famiglie normali». Così come è esplicito il modello – irreale e anacronistico! – di famiglia ‘prolifica’ rappresentato dal logo della Conferenza: un uomo e una donna (incinta) con un bambino in braccio ed una bambina per mano.

La funzionalità di tale conferenza ai diktat vaticani e neoliberisti è ancora più evidente nell’obiettivo dichiarato di costituire un’Alleanza per la Famiglia a livello europeo, perfettamente in linea con l'appello lanciato dalla attuale presidenza tedesca dell’Unione Europea. E non è un caso che sia prevista la partecipazione all’iniziativa ministeriale della ministra tedesca per la Famiglia – Ursula Von der Layen – oltre a quella di altri rappresentanti europei interessati al progetto.

In concomitanza con il convegno ministeriale, stiamo costruendo a Firenze una mobilitazione che ponga al centro del dibattito l’autodeterminazione di tutte e di tutti, l’urgenza di politiche sociali svincolate da posizioni confessionali, la cancellazione di leggi e delibere dettate dal Vaticano – la legge 40, l’obbligo di seppellimento